30 maggio 2014

Dall'Alpi a Sicilia dovunque è Legnano

Cari lettrici/lettori del Bestiario!

Nelle fredde pianure italiche del passato, esattamente nel 1176, si è svolta una cruenta battaglia dove l'amore per la propria terra ha giocato un ruolo fondamentale. Si tratta della non tanto celebre quanto dovrebbe esserlo battaglia di Legnano.

Oggi Legnano è una ridente cittadina di circa 60.000 abitanti (fonte Wikipedia) in provincia di Milano ma confinante con la provincia di Varese. 838 anni fa era invece una landa intrisa del sangue dei propri figli e  di quello dell'invasore straniero. 
Protagonisti di questo scontro furono l'esercito imperiale di sua maestà Federico I detto il Barbarossa, imperatore del Sacro Romano Impero, e gli uomini della famigerata ma per altri motivi Lega Lombarda, ovvero una coalizione di comuni del nord della nostra penisola (per una lista precisa c'è sempre Wikipedia a dare una mano).

Simbolo di quella battaglia è sicuramente il Carroccio (quello vero), con sopra la croce di Ariberto d'Intimiano, attorno al quale combattevano disperatamente padri, figli, nonni in difesa delle proprie case e dei propri cari. Opposero una strenua difesa contro lo strapotere tattico e fisico di un esercito abituato a guerreggiare e conquistare, mentre loro, in numero esiguo perché in attesa dell'arrivo di rinforzi, erano decisi a perdere la vita per la propria patria.
Grazie alla loro resistenza il Carroccio, che era un simbolo molto forte della volontà di indipendenza dal Barbarossa, non cadde nelle mani dell'imperatore, il quale poi fece una magra figura all'arrivo dei rinforzi, che attaccarono il suo esercito ai fianchi costringendolo ad una brusca ritirata.
La leggenda vuole che fu il condottiero e capitano di ventura Alberto da Giussano, alla guida di un possente manipolo di cavalieri, a mettere in fuga le truppe tedesche.

Ma quegli uomini, stretti intorno al Carroccio, immersi nella nebbia, tenuti uniti unicamente dal suono della martinella (ovvero una campanella posta sopra al carro che veniva suonata continuamente per dare un riferimento), permettetemi di dirlo, sono l'orgoglio dell'Italia intera, perché hanno dato la vita per difendere la propria terra e per difenderci. Già, perché chissà cosa ne sarebbe stato dell'Italia intera se la storia avesse seguito un altro corso. Ed è per questo che Goffredo Mameli ha deciso di citare Legnano nell'inno di Italia, unica città insieme a Roma (ed il titolo è proprio una citazione).

Ancora oggi a Legnano c'è una statua rappresentante Alberto da Giussano, pronto a lanciare il segnale della carica. Quella figura è stata presa come simbolo del partito politico della Lega Nord ma con un grosso errore: la spada sguainata del condottiero è puntata verso Nord, verso l'invasore straniero, ed ha difeso tutta l'Italia. Insomma, dall'Alpi a Sicilia DOVUNQUE è Legnano.

Ma perché dopo mesi di silenzio vi scrivo tutto ciò? Perché questa domenica, a Legnano, ci sarà il Palio, rievocazione di quegli eventi. Il piatto forte sarà la sfilata storica, con centinaia di figuranti in abiti ed armi rigorosamente dell'epoca che sfideranno la calura di fine maggio perché orgogliosi della nostra storia. Mentre la giornata finirà con una corsa di cavalli nello stadio comunale: quest'ultima può essere anche evitata, visto che solo i legnanesi delle otto contrade in cui è divisa la città sono davvero interessati a chi vincerà e si aggiudicherà il Palio (con la croce di Ariberto d'Intimiano collocata per un anno della chiesa corrispondente).

Come avrete ormai capito, la battaglia di Legnano per la Compiuta Donzella del 2000, che poi sarei io, rappresenta davvero uno dei momenti più importanti della storia d'Italia ed ho per questo voluto condividerlo con voi.

Orsù, fate un salto a Legnano e fatemi sapere come è andata, visto che non potrò andarci!