31 luglio 2006

Robot dal Sol Levante

E' vero, i Giapponesi hanno una grandissima fantasia e basta vedere tutti i loro anime (per chi non lo sapesse sono i cartoni animati giapponesi) per accorgersene.

Ma immaginatevi un piccolo bimbetto giapponese che cresce ogni giorno vedendo i robottoni in televisione: chi non sognerebbe di guidare almeno una volta Gundam, Goldrake, Jeeg e il Grande Mazinga? Personalmente, io avevo una passione smodata per il Trider G7: il suo hangar era costruito sotto un parco giochi ed aveva una fantastica aquila dorata sul petto! Era guidato da un tappo schifoso e pure orripilante e non avete la minima idea di quanti piani malefici avevo elaborato per eliminarlo e prendere il suo posto: non si meritava il MIO robot!

Insomma, chi più chi meno, a tutti è passata per l'anticamera del cervello la malsana idea di guidare uno di quei robot (ancora sogno di distruggere il mio ufficio, capo compreso, con una scarica di raggi gamma!). Beh, un giapponese (e chi poteva essere?) ha deciso che forse era giunto il momento di realizzare il suo sogno. Ed allora cosa fa? Si costruisce da solo un robot.

Sì, avete capito bene: questo si è svegliato una mattina, ha buttato giù un progetto e si è fatto un piccolo e lurido robot. Ovviamente è completamente inutile da un punto di vista militare: anche un barbaro nano di due anni può tirargli un calcio e farlo andare in mille pezzi, ma almeno il fetecchione alla guida può dirsi totalmente esaltato della sua bestialità.

Pensate che l'eccelsa mente ingegneristica giapponese ha dotato il suo bipede zoppicante anche di una specie di mitragliatrice e di una goffa imitazione di un lanciarazzi. Però entrambi sparano solo palline di plastica (io li avrei sostituiti con pietre, ma vabbé...)

Insomma, tutti hanno i loro sogni, ed almeno questo qui li ha in parte realieczzati costruendo il robot Land Walker. Guardatevi anche voi il filmato e rimarrete sbigottiti dalla sua genialità: io intanto vado a finire il progetto del Valkyrie!






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28 luglio 2006

Il porcospino porco

Un paio di giorni fa, una grande eccelsa mente mi ha rivelato la verità oscura (lei di oscurità se ne intende) su un pericolosissimo spot che gira ogni tanto sulle televisioni italiane.
Dietro le mentite spoglie di un piccolo e carino porcospino si nasconde il più malvagio e lussurioso essere che un pubblicitario abbia mai creato: egli è Ernie, il porcospino porco.

Come certamente tutti i bambini al di sotto dei 3 anni pensavano, nella mia ingenuità assoluta (ok, chiamatemi pure svegliona! ), ho visto in Ernie un piccolo esserino che, penalizzato da Madre Natura, in mancanza di manine unghiate adatte allo scopo, cercava in qualche modo una superficie ruvida sulla quale grattarsi il pancino. Finalmente, dopo essere diventato un collezionista di spugne, il buon Ernie trova la spugnetta ideale ed è così contento che rotola come un onesto porcospino abbracciato al "gratta-gratta".

In realtà la guru delle guru mi ha rivelato che Ernie è un malvagio pornodivo del mondo di Porcospinia, venuto per traviare le menti dei fanciulli italiani. Egli violenta tutte le spugne, manco fossero delle bambole gonfiabili, per puro piacere personale. Ma alla fine trova la spugnetta ideale, una giovane ed ingenua bi-superficie morbida, e la rapisce senza nessuna pietà.

Insomma, guardatevi questo spot (il copyright è di chi l'ha fatto), linkato da YouTube!
Mi raccomando: state attenti al porco porcospino!




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25 luglio 2006

Le favolose avventure di Miss Italia

Non so voi ma io mi sto letteralmente sciogliendo in questo orribile clima africano. Dovrei trasferirmi in Antartide, lì sì che starei bene.
Ma lasciamo perdere questa piccola premessa e passiamo a parlare di cose serie!
Domenica 23 luglio 2006 mi sono trascinata stancamente su una poltroncina in salotto, desiderosa di beneficiare dell'aria sparata dal mio mitico ventilatore turbo, cambio a 3 velocità, 16 valvole, iniezione elettronica con telecomando. Rapida precisazione: il ventilatore è stato comprato per me, dal momento che il mio fido pc si trova nella stanza denominata "Forno crematorio", ma alla fin fine è sempre nelle vicinanze di mia madre, che poverina starebbe male senza: la situazione quindi vede lei bellamente spaparanzata in poltrona in sala ed io completamente lessa nel "Forno crematorio". Ma torniamo al punto: quando finalmente la vista si era snebbiata, ho gettato uno sguardo intelligente (come quello di un ramarro sotto alcool in un laboratorio scolastico) verso Robespierre (per chi non lo sapesse, il televisore). Ed in quel momento sono rimasta folgorata dal programma del secolo: Aspettando Miss Italia.
Dapprima non avevo capito bene di che cosa trattasse il programma: ragazze in costume che andavano avanti ed indietro su una passerella mi hanno fatto pensare ad una sfilata di costumi. In realtà era qualcosa di molto più culturalmente elevato, degno di un'importantissima fascia oraria della domenica pomeriggio (14.55-16.25) della rete ammiraglia della RAI, ovvero Rai Uno.
Si trattava nientepopòdimenoche della illustrissima finale locale (neanche regionale) delle selezioni di Miss Italia (Wow!). Ben un'ora e mezza di programma con queste ragazzette con gli averi in esposizione che si dimenavano per far sballonzolare le "grazie" e dicevano le illuminanti frasette del tipo: "E' realizzare il mio sogno", "Aiutatemi a vincere", "Sono felice di essere arrivata fino a questo punto" (ma sbaglio o dicono sempre le stesse cose?). E ad un certo punto accade l'imprevedibile.
Già stavo cercando di capire il perché di tutto questo, maledicendo il caldo terribile che non mi consentiva di fare un passo fuori di casa, quando all'improvviso c'è la scena clou del programma. La sfilata notturna in costume ad Alba Adriatica (saluto tutti quelli che mi conoscono lì ^__^ V ) con nel sottofondo una musica molto "underground" (e qui ci starebbe bene anche il gesto delle doppie corna!) e le meravigliose inquadrature psichedeliche del regista.
Ovvero: inquadra la ragazza davanti circondata da luce soffusa e da farettini colorati, cambia telecamera, inquadra la ragazza da dietro e soprattutto il mega riflettore da 8000 watt che spara una luce abbagliante in una notte completamente oscura.
Poca luce tanta luce poca luce tanta luce poca luce tanta luce...
...sono stata male. Si trattava di un chiaro attentato nei miei confronti: mi sono alzata in preda a conati di vomito (e scusate l'immagine schifosa che vi è passata per la testa) e mi sono diretta nel mio accogliente "Forno crematorio".
E quella era la prima delle quattro puntate speciali condotte dalla bravissima Linda Collini (chiederò la tua santificazione!). Non perdetevi le prossime tre! Fregatevene del mare se siete al mare, della montagna se siete in montagna, del lago se siete al lago e via dicendo: non si può perdere l'occasione di assistere a cotanta esposizione di intelligenza, spirito di avventura, azione, e perché no, anche romanticismo delle rappresentanti di tutte noi, donne d'Italia.
Ehi, loro rischiano la vita a stare lì. Respect.

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24 luglio 2006

La Compiuta Donzella del 2000

O mirabili tessitori di pensierose ragnatele!

Parto con piè veloce a spiegarvi il perché del mio pseudonimo, ovvero la "Compiuta Donzella del 2000". Ormai molti anni fa, quando ancora potevo permettermi il lusso di sonnecchiare ad occhi aperti durante le ore di Italiano al liceo, una certa signora seduta ad una cattedra si era dilungata per ben 2 minuti nel parlare di una certa anonima ed inutile "Compiuta Donzella": costei, liquidata in due righe su un libro di testo, è la prima poetessa a scrivere versi in volgare italiano. Ovviamente scriveva utilizzando quello stesso pseudonimo: era una donna fiorentina del XIII secolo dopo Cristo della quale non abbiamo riscontri storici. Probabilmente era di buona famiglia, visto il suo livello di istruzione, in un tempo dove l'analfabetismo imperava soprattutto tra le donne, totalmente disprezzate nel campo intellettuale. Anche se non siamo totalmente certi della sua esistenza, possiamo ritrovare comunque dei riferimenti alla sua persona per esempio in una lettera di Guittone D'Arezzo.

Ma perché scrivere sotto uno pseudonimo? A parer mio questa sua decisione è legata a diversi fattori non di poco conto: probabilmente non voleva esporsi alla critica feroce dei "depositari del sapere" della sua epoca (essenzialmente uomini) e soprattutto voleva rimanere nell'anonimato per esprimere liberamente i suoi più profondi sentimenti.

Infatti, di lei ci sono pervenuti 3 sonetti, che per composizione non hanno nulla da invidiare al ben più rinomato Petrarca. Fra questi il più famoso è A la stagion che 'l mondo foglia e fiora che qui vi riporto:

A la stagion che 'l mondo foglia e fiora
acresce gioia a tut[t]i fin' amanti:
vanno insieme a li giardini alora
che gli auscelletti fanno dolzi canti;

la franca gente tutta s'inamora,
e di servir ciascun trag[g]es' inanti,
ed ogni damigella in gioia dimora;
e me, n'abondan mar[r]imenti e pianti.

Ca lo mio padre m'ha messa 'n er[r]ore,
e tenemi sovente in forte doglia:
donar mi vole a mia forza segnore,

ed io di ciò non ho disio né voglia,
e 'n gran tormento vivo a tutte l'ore;
però non mi ralegra fior né foglia.

Secondo l'interpretazione comune del sonetto, la Compiuta Donzella era una fanciulla innamorata ma destinata all'infelicità a causa di un matrimonio combinato dal padre. Se avesse firmato questi versi con il suo vero nome, probabilmente sarebbe stata come minimo punita per la sua impudenza nei confronti del genitore.

Ecco quindi la mia prima bestialità: appropiarmi dello pseudonimo della madre della poesia italiana. Spero solo che da lassù non mi fulmini ad ogni post scritto!

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Il Bestiario

O Esseri dai neuroni tonanti, il mio saluto si rivolge a Voi!

Codeste mie poche righe inaugurano quello che sarà la rovina della serietà, del buon costume e dell'intelligenza umana: il Bestiario.
Quivi troverete le più scellerate affermazioni, scevre da ogni senso, morale, logico ed umano, che mente possa mai partorire. Colonne di acume, pregne dei più alti valori poetici, scientifici, artistici, verranno insozzate senza pietà alcuna da una picciola mortale qual io sono, senza arte né parte. Mi scuso innanzi con Voi, o eccelsi fari della Ragione, per questa scellerata azione, ma perdonate una povera anima smaniosa di sparare quelle che il popolino chiama vaccate.
Ordunque, si apre la stagione dell'incomprensibile incomprensione, dell'oscura oscurità e della cretinosa cretinata.

Che la Dea della Fortuna possa guardare ogni vostro singolo passo, perché se non si cura di me, almeno pensi a qualcun altro!

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