08 novembre 2007

Altamente infettiva

Buonasera a tutti quelli che sono giunti in queste pagine elettroniche!

Questo è più un post di avvertimento, quindi, come diceva Abatantuono, sarò breve e circoncisa :P

Negli ultimi giorni si sta diffondendo a macchia d'olio una malefica forma parainfluenzale caratterizzata da forte mal di gola, leggera febbre, raffreddore e spossatezza. A detta del mio medico, a questo malvagissimo virus piace molto conoscere nuova gente, quindi abbiamo a che fare con un mal di gola altamente infettivo.
Infatti, ieri pomeriggio ero la ventesima persona, nell'arco di un giorno, con questi sintomi a varcare la soglia del dottore.

Ebbene sì, anche io sono una vittima di questo turbinio infettivo!
In questo momento i miei leucociti, armati con potentissimi cannoni Flomax, stanno dando la caccia a tutti i virus con la faccia brutta che stanno martoriando la mia gola...in perfetto stile "Siamo fatti così"!

Quindi è ora per me di ritornare sotto le mie copertine e di immergermi nuovamente nel mio spontaneo letargo terapeutico! E vi lascio con un consiglio: non appena sentite un leggero dolorino alla gola, andate subito dal vostro medico e fatevi consigliare un antinfiammatorio per bloccare preventivamente l'insorgere della malattia!

Ci risentiamo quando starò meglio! ^__^ /

02 novembre 2007

Incidente con il morto

Buongiorno a tutti cari amici del Bestiario!

Approfitto della ricorrenza di oggi, ovvero il giorno dei morti (2 novembre per chi avesse un vuoto di memoria), per parlare di un infausto accadimento che macchia indelebilmente la coscienza di mia zia P. (per rispetto della privacy, ometto il nome completo: lo so che molti di voi non sanno neanche il mio nome, ma faceva figo scrivere questa nota :P ).

Ma passo subito alla narrazione!

Un lontano dì (saran passati 5 o 6 anni), si presenta nella mia casupola, persa nelle lontane e fredde Terre del Nord, l'inaspettata zia P. (inaspettata mica troppo visto che abita sotto di me).
Cinerea in volto, saluta balbettando me e mia madre e ci fissa con occhi sbarrati dall'orrore.
Allora mia madre, che è sempre la prima a riprendersi dagli shock, subito l'apostrofa con un "P.! Cosa è successo?"
"F. (nome di mia madre ovviamente omesso :P), dammi un po' di whisky!"
E lo sconforto ci assale: l'ultima volta che la zia P. aveva chiesto un po' di whisky risaliva ad un paio di anni prima, quando aveva visto un uomo steso per terra, ammazzato da una raffica di pallottole (no, non era presente al momento dell'omicidio).
Preoccupatissime, la facciamo sedere e le forniamo ciò che aveva richiesto...e non appena si bagna le labbra, si riprende un pochino e sussurra..."Ho fatto un incidente con il morto".

Ora, dovete sapere che in quei tempi la macchina di mia zia aveva dei problemi in frenata (necessitava di uno spazio di frenata più lungo del normale) e lo stile di guida di mia zia mal si confaceva a questa situazione. Insomma, una simile affermazione detta con una simile faccia in quel preciso periodo non poteva che farci pensare al peggio che peggiore non si può!

Ma come al solito mia mamma si è ripresa prima dallo shock e le ha chiesto "Come un incidente con il morto?!?!?! P.! Ma che cavolo hai fatto???"

(parte la ricostruzione dell'accaduto in stile Phoenix Wright)

"Stavo tornando a casa dopo aver portato la G. (nipotina) all'asilo...sapevo che la macchina aveva dei problemi di frenata quindi ho cercato di guidare con prudenza...ma arrivata ad una rotonda ho accelerato perché altrimenti non sarei più passata...facendo così però, anche se ho frenato, non ho potuto evitare di tamponare la macchina davanti che aveva frenato bruscamente"

Un tamponamento? E allora dove stava il morto?

"Ho tamponato un carro funebre, con la bara sopra. Il morto è arrivato in ritardo al funerale perché ha dovuto fare la constatazione amichevole."

Non sperate che sia una storia inventata perché purtroppo è tutto vero...

21 ottobre 2007

Africa e cocco bello!

"Vitamine e cocco belloooooooo! Coccooooooooooooooooooooooooo!"

Questo è uno dei ricordi che ultimamente risale subdolamente con cadenza estremamente frequente (adoro gli avverbi!).
Caldo sole d'estate, sabbia fine e calda, telo da mare avvolgente e caldo...insomma attualmente fa un freddo cane (o gatto che dir si voglia).

Però chissà quanti di voi si ricordano dei ragazzotti, bardati con un secchione pieno d'acqua ed un cestone pieno di foglie di palma e pezzi di cocco, che si facevano chilometri e chilometri sotto il sole cocente per vendere il bianco frutto ai bagnanti sdraiati sui loro lettini.
E quando ero piccolina (ora sono vecchia e decrepita), non appena sentivo il richiamo in lontananza, subito iniziava un'estenuante trattativa con mamma (che teneva le corde del borsellino da spiaggia) per accaparrarmi il mio pezzetto di cocco. Il più delle volte venivo rimbalzata, visto che il "cocco bello" (così avevo soprannominato il ragazzo di origini napoletane che all'epoca si faceva un bel pezzo della spiaggia della Riviera Adriatica a piedi) passava solo di mattina e molto spesso arrivava nei pressi del mio ombrellone quasi a ridosso dell'ora di pranzo. Ma talvolta, per intercessione divina, accadeva il miracolo e potevo avvicinarmi al cestone con il mio mille lire per ricevere l'agognato pezzo di cemento con sembianze commestibili. Allora il ragazzo prendeva una pinza per alimenti di metallo, sceglieva uno dei pezzi più grandi (da bambina ero parecchio simpatica e carina e per questo attiravo la benevolenza delle persone, ora invece mi dicono che sono fredda e sarcastica al limite dell'acidità), lo infilava nel secchio d'acqua e poi lo depositava sulle mie manine.
E con il mio trofeo ritornavo trionfalmente verso l'ombrellone e mi sdraiavo sopra il lettino a sgranocchiare allegramente.

Ormai sono tantissimi anni che non vedo più un esemplare di "cocco bello".
Mi è capitato di beccare i soliti "vu' cumpra'", stracarichi di bigiotteria di basso livello (che spacciano per tesori africani o indiani di inestimabile valore), di animali intagliati nel legno (che costano un occhio nella testa e spesso sono fatti un po' male, ma che ci volete fare...sono "etnici"), di teli da mare (che al primo lavaggio perdono fibra e colore), di occhiali da sole (con i quali non bisogna mai guardare il sole, pena la cecità permanente), ecc. ecc.
Poi come non ricordare le meravigliose massaggiatrici cinesi, che al grido di "Masagino? Cinque eulo!" invadono le spiagge con i loro unguenti puzzolenti (a tal proposito magari in futuro vi scriverò di una tremenda esperienza capitatami proprio quest'anno), ed i venditori di formaggio che vendono la loro merce sulle spiagge della Sardegna ad un prezzo che è mille volte più salato del più salato dei pecorini esistito dalla notte dei tempi fino ad oggi.

Ma il "cocco bello", con lo stesso stile da cocchivendolo sguaiato e simpatico, non è più comparso al mio orizzonte estivo.


Perdonatemi ma ora necessito di scaldare le mie manine ghiacciate sulla stufetta!
Alla prossima!

02 ottobre 2007

Depressione post vacanze

Buongiorno a tutti!

Non è neanche una settimana che sono ritornata dalle mie tanto agognate vacanze che già cado in una profonda e buia depressione.
Sarà la sonnolenza che accompagna ormai ogni mio minuto di vita lavorativa, saranno i problemi vari ed eventuali che si dilettano a comparire sulla mia strada, sarà il trauma della solitudine forzata.

Sta di fatto che ho iniziato a farmi delle domande in stile "Che senso ha la vita di un essere umano?".

Lo so, non può e non deve esistere una risposta oggettiva ad un simile quesito ma credo che sia la natura umana ad imporci di farcelo, prima o poi.
Stare sdraiati sulla terra, abbracciati alla persona che ci completa, guardando il cielo ed annusando un'aria incontaminata può avvicinarsi alla biblica idea del giardino dell'Eden. Peccato che i bisogni del corpo spingano l'animale uomo a dedicarsi anche al suo benessere fisico. Ed in una società come la nostra, se si vuole raggiungere un simile stato si deve necessariamente scendere a compromessi.
Per procacciarsi del cibo bisogna avere dei soldi. Per avere dei soldi bisogna lavorare. Per lavorare bisogna rinunciare a parte del tempo dedicato alla ricerca della nostra felicità.
Non parliamo poi della necessità di vivere in un posto accogliente: una volta sceglievi un terreno, prendevi e ti costruivi una bella casetta con la forza delle tue braccia e con l'aiuto di altre persone. Persone che non ti costringevano a fare sacrifici per una vita intera per poi dire, sul letto di morte, "Finalmente ho finito di pagare la casa".
Eh sì, perché in pochi sono nati ricchi e si possono permettere il lusso di condurre una vita agiata, senza molte preoccupazioni, facendo ciò che più amano fare e venendo a volte persino pagati per questo.

Vi confesso che mi è capitato molto spesso di pensare: "C'è gente che guadagna milioni di euro all'anno. Se una piccola parte di loro mi desse 5000 euro, solo quei 5000 euro che per loro non sono nulla, potrei vivere tranquilla."

Ma così è la vita.

29 agosto 2007

Frisby e Red

Signori e signore,

è con vero e vivo piacere che vi presento i nuovi arrivati nell'umile dimora della Compiuta Donzella del 2000!






Dopo una lunga ed accesa disputa con insulti e gestacci via telefono, sono stati scelti i nomi di Red (partorito dalla mia mente malata) e Frisby (battezzato da cognata e fratello).
Red è il primo pulcioso (ha dovuto giocare con una bambina di 6 anni ed una di un anno e mezzo e quindi era stanchissimo) mentre il secondo è Fri Fri (soprannome dato da mia cugina), che invece si è messo pure in posa.

Posso assicurarvi che sono davvero dolcissimi: Red è il guascone tra i due ed è uno spettacolo vederlo issato sulle due zampe per minuti e minuti quando vuole prendere la pallina, Frisby invece è un po' un coniglio, visto che ha paura anche della bimba di un anno e mezzo.
In pochissimo tempo (5 ore scarse) sono diventati i beniamini della famiglia.
Dovevate vederli quando li abbiamo portati a casa, sui sedili posteriori della mia 206 CC: Red (del quale sono stata nominata responsabile ufficiale) si è dimostrato mio cane e si è comodamente seduto sul suo sedile, appoggiando il dorso allo schienale e guardando fuori dal finestrino; Frisby era un po' spaventato (l'ho sempre accarezzato durante il tragitto) e si è bellamente sdraiato. Entrambi mi hanno riempito la macchina di bauscia (avevano caldo ed avevano cacciato fuori il linguone).

Nel momento in cui vi sto scrivendo, sono tranquilli nel loro posticino. Hanno abbaiato solo per 5 secondi (è incredibile quanto siano silenziosi!) probabilmente dopo aver avvistato un gatto.
Abbiamo preparato loro una megacucciona ma non entrano: continuano a fare pipì sul lato della casetta e quindi l'avranno scambiata per un bagno. -___-

Comunque ora vi saluto! Alla prossima!

25 agosto 2007

A.A.A. Cercasi nomi

Buongiorno a tutti i lettori del Bestiario!

Stamattina ho ricevuto una chiamata che non mi sarei mai aspettata di ricevere.
Dovete sapere che, durante le mie ormai abituali passeggiate con i cani del canile della mia città, mi sono particolarmente affezionata a due cagnolini, due fratelli.

Dopo una sapiente opera di convincimento, ero riuscita a convincere i miei genitori a prenderli entrambi...ma purtroppo avevo dovuto rinunciare perché i loro padroni erano stati ritrovati.

E dico ritrovati perché non li avevano minimamente cercati, sono stati beccati unicamente dopo un'indagine piuttosto complicata sul microchip e la storia della loro "perdita" sembrava molto simile ad un abbandono. Comunque, questi tizi avevano proclamato la loro "gioia" per il ritrovamento ed avevano chiesto un po' di tempo per preparare un nuovo recinto, affermando che non li avevano abbandonati perché sono cani di valore.
Nonostante questa notizia, avevo lasciato ugualmente il mio contatto ai responsabili del canile, perché nemmeno loro erano molto convinti della buona fede di codesti signori.

Ed infatti oggi mi hanno chiamato chiedendomi se ero ancora disponibile a prenderli con me: gioia e tripudio nella mia umile dimora! Molto probabilmente li porteremo a casa mercoledì pomeriggio, ma in questo breve lasso di tempo c'è un mega problemone da risolvere: il nome!
Attualmente vengono chiamati Bred e Brad, ma non rispondono al richiamo: probabilmente, e a ragione, gli fanno schifo. :P

Ecco quindi che chiedo aiuto a voi navigatori del Bestiario! Mi servono due nomi che possono essere associati a due fratelli, quasi gemelli. Per aiutarvi vi descriverò un pochino i cani: sono due Springer Welsh Spaniel, maschi, abbastanza giovani. Uno dei due ha il pelo un po' più ondulato sulle orecchie e la schiena quasi tutta bianca, mentre l'altro ha il pelo liscio e due macchie marroni sulla schiena.
Ovviamente entrambi sono dolcissimi e sono attenti al minimo rumore, essendo due cani da caccia.

Sono simili al cane del quale vi metto proprio qui sotto la foto (stessa razza):

Ovviamente in futuro non mancherò di mettervi anche le loro foto. :P

Quindi! Si accettano numerosi suggerimenti! Orsù, spremetevi le meningi e commentate con la coppia di nomi!

24 agosto 2007

A ruota libera

Buonasera,

in questo momento non so proprio cosa scrivere ma ho deciso di farlo ugualmente per ingannare un po' il tempo. Ovviamente so per certo che, essendo fondamentalmente fulminata mentale, al 99% mi capiterà di trovare un argomento sul quale sproloquiare come mio solito.

E vi posso assicurare che sono "logorroica" unicamente nel mondo virtuale. Questo perché solitamente, nel mondo reale, trovo difficile e a volte controproducente per la mia posizione professionale il lasciar vagare la mente. Molto spesso ho notato che si tende ad evitare di parlare di argomenti di un certo spessore, limitandosi a parlottare del più e del meno, soprattutto in un contesto lavorativo. E a volte mi intristisco sentendo le solite battute, da satira aziendale, od i soliti discorsi sulle vicissitudini personali.

Ma dico io, ma una volta che si parli di temi scottanti, come le esperienze extra-corporee (letto i recenti articoli sui più famosi quotidiani online?), le differenze tra le varie culture mondiali, la devastazione psico-fisica derivante dalla stitichezza, le prospettive di vita per le specie in via d'estinzione e così via...

Lo so, possono sembrare delle cretinate, ma almeno sono argomenti inusuali, che attirano l'attenzione. "Che film hai visto ieri?" "Hai visto come è vestita quella?" "Ma lo sai che tizia se la fa con caio che non è suo marito sempronio?" "Ci sei mai andato in questo locale?"...e PUFF! Il mio cervello si disinteressa completamente ed inizio a vagare in perfetta solitudine nelle praterie dei why e because della mia immaginazione. Sì, perché purtroppo per me ho una fervida immaginazione: se fossi stata meno scansafatiche a quest'ora avrei rivoluzionato il mondo, altro che giapponesi!
Infatti ho in cantiere una ventina di progetti, arenati temporaneamente per mancanza di tempo, voglia e strumenti.
Ad ogni modo, questi miei meravigliosi excursus non si addicono alle menti di comuni mortali ma solo ad un popolo eletto, quello che visita queste pagine virtuali e che, se non scappa ululando e aggrappandosi al tasto back del navigatore, rimarrà letteralmente strabiliato da quanto possa essere inconoscibile la mente umana.

Dopo 7 minuti dalla stesura iniziale del post...

Ho letto svariate volte quello che ho scritto e non ho ancora capito il senso di queste mie frasi...
...forse dovrei andare a dormire!

Buonanotte!

23 agosto 2007

Al lavoro!

Ebbene sì signori e signore! Perle e porci! C**o e camicia!

La Compiuta Donzella del 2000, tranne una squallida quindicina di giorni a metà mese, ha lavorato per quasi tutto agosto! Tutto per i meritati 15 giorni di adorata vacanza nella seconda metà di settembre!

Mi ricordo dei bei vecchi tempi quando rimanevo a casa ad oziare da metà giugno fino a metà settembre (ovvero andavo a scuola): sveglia alle 10 del mattino, stravaccamento sul divano ancora per un'oretta, un'altra ora di gioco o di bicicletta e poi il pranzo...il pisolino pomeridiano, i giochi del pomeriggio, la merenda ed i cartoni animati...e poi la sera a guardare quello che passano le televisioni lamentandosi per il gran caldo...
...ovviamente mi riducevo a fare tutti i compiti delle vacanze nell'ultima settimana (quando avevo un po' di buona volontà).

Ora invece prendo il mio trenino per andare nel mio ufficio a programmare, con i miei capelli bianchi, vecchia e stanca, sognando la spiaggia rosea delle Bermuda sdraiata su un lettino con un mega bicchierone di succo tropicale in mano...
...oppure seduta su un masso da parte ad un azzurrissimo laghetto di montagna, immersa nel silenzio della natura, con gli uccellini che cinguettano nel vicino bosco ed i Bambi che si avvicinano per bere l'acqua...
...oppure passeggiare per Parigi, sentendo l'odore delle baguette e delle brioche appena sfornate, osservando i pittori che immortalano su carta gli scorci della Senna o della Tour Eiffel...

Insomma, vorrei essere ovunque tranne che in ufficio (possibilmente in una bella isoletta del Sud :P ). Tra l'altro con gli sbalzi tremendi di temperatura nelle fredde Pianure del Nord (dove si trova la mia baita) di questi ultimi giorni la mia salute va a farsi friggere: un bel colpo di freddo 2 giorni fa ed un perfetto mal di testa derivante da torcicollo proprio in questo momento.

Spero che ve la passiate meglio di me...

06 agosto 2007

La cura per la stitichezza

Buonasera a tutti voi affezionati lettori del Bestiario,

tornano i post di utilità comune, simili a Pubblicità Progresso, il cui unico scopo è di migliorare la vita di coloro che si soffermano a leggere queste pagine.
Ed è con vivo e vero piacere che stasera vi parlerò di un meraviglioso ritrovato tecnologico di ultima generazione che si candida a buon diritto come soluzione definitiva per un problema che flagella molte persone (in particolare donne). Come avete ben potuto evincere dal titolo, mi riferisco alla stitichezza, ovvero l'infausta "Sindrome del tappo dell'orso bruno", caratterizzata da acuto dolore e senso di pesantezza nonché anticamera alle terribili emorroidi.

Non mi soffermo sulla descrizione delle orde di persone che ogni giorno combattono questa difficilissima battaglia contro l'insufficienza di banda per effettuare l'onesto download verso l'amico water, ma mi accingo rapidamente, onde evitare un'inutile attesa dopo tanti dispiaceri anali, alla descrizione del salvavita (e non solo).

Pensato dapprima per l'alba dell'umanità, ovvero i bimbi, si sta progettando una sua estensione anche per gli adulti. Il suo utilizzo è semplice, intuitivo, ma la soddisfazione nell'usarlo è grande.
Si tratta del manufatto chiamato "Vasino del Re", prodotto dalla famosa ditta per l'infanzia Fisher Price. Si presenta come un vero e proprio trono, con seduta comoda e gambe sganciabili, e già ad un primo sguardo invita alla realizzazione dei propri bisogni primari.
Ma la vera rivoluzione sta nel sonoro.
Esso infatti è un vasino musicale: alla prima seduta parte un effetto sonoro precursore della gioia waterale, come il noto colpo di pistola che annuncia la partenza di una gara di atletica, mentre quando viene completato il download di ogni singolo file ecco iniziare i festeggiamenti a suon di fanfara! Per restare in tema con la similitudine agonistica, un po' come l'inno nazionale suonato per il vincitore della gara!

L'assegnazione di una dimensione ludica a questo momento delicato può riuscire ad abbattere le barriere dei why e because dolorosi che circondano il povero stitico. La fanfara è anche un'iniezione di fiducia che incita al raggiungimento della vittoria finale, con relativo bagno della vaschetta prima del bagno di folla all'uscita del bagno (adoro la parola bagno!).
E' anche vero che tale soluzione può rappresentare un'arma a doppio taglio.
Si può incorrere infatti in quella che viene definita "ansia da prestazione": l'obiettivo è il sentire la fanfara ma se si fallisce al primo sforzo allora entra in gioco un meccanismo psicologico tale per cui il non udire alcuna musica spinge all'abbattimento e al senso di inadeguatezza. Terribile se in casa si hanno due bagni con due Vasini del Re e mentre si è concentrati ed imperlati di sudore per lo sforzo si sente una vera e propria sinfonia provenire dall'altro centro di download. A questo punto potrebbe anche subentrare una sindrome detta da "invidia della fanfara", molto dannosa e portatrice di maldicenze ed infelicità.

Si consiglia invece l'uso del buon vecchio amico water in caso di dissenteria: il prolungarsi dell'esecuzione della fanfara potrebbe far scatenare l'ira dei vicini, i quali non esiterebbero a denunciarvi per disturbo alla quiete pubblica.

Oltre ad essere un ottimo rimedio per la stitichezza, l'uso del Vasino del Re può anche trasformarsi in un momento di relax e felicità: inframezzare la musichetta prodotta dal nostro tecnologicamente avanzato vasino con suoni naturali di origine intestinale può esplicarsi in una meravigliosa cacofonia (mai termine fu più azzeccato) armoniosa.

Ah, parlare di tutte queste teorie mi ha scatenato un leggero imbarazzo fisico.
Vogliate scusarmi, ma adesso mi dirigo nel mio studio a dirigere l'orchestra da camera...o meglio da bagno. :P

04 agosto 2007

Tutti seduti! Assisi!

Ok, il titolo era una bruttissima battuta sul significato italiano del nome della famosa città che ha dato i natali a San Francesco e Santa Chiara.
E che mi sono premurata di visitare quando luglio volgeva a termine.

E già, 4 splendidi giorni immersa nella meravigliosa atmosfera medievale di questo borgo arroccato su una collina umbra, tra suore missionarie, frati, boy-scout ed un branco del popolo dei trolley.
Assisi è davvero tenuta bene dai suoi abitanti, pulita, curata e dannatamente in salita o in discesa: mai in questo luogo la relatività la fa da padrone!
Piccola nota di sbigottimento: tutti i ristoranti (tranne un risto-pub) magicamente dalle 22 in poi non accettano più clienti, anche se l'orario di chiusura segnato sul cartello esterno indica le 23. Con grande rabbia della guaritrice, la quale, spinta dai morsi della fame e dai rimasugli nello stomaco del piccolo panino del pranzo, stava per devastare i ristoratori a suon di mazzate per recuperare un po' di cibo.

Ma tutto sommato, una volta scoperta questa abitudine, il paese si lascia piacevolmente vivere.
Un solo grande spavento alle 23.30 circa, quando, svoltato un angolo, ci siamo trovate di fronte un gruppo di una ventina di suore e due frati, che scendevano silenziosamente da una stradina stretta e ripida: per qualche secondo ho temuto di essere capitata nel bel mezzo di una distorsione temporale, incrociata con un bel film dell'orrore, ma fortunatamente le suore erano veramente suore e quindi non mi hanno scannata.

Forse un dì vi narrerò qualche altro aneddoto o facezia riguardo questa mia visita (come i cremini fritti, la tomba di San Francesco ed i piccioni kamikaze), ma per ora mi congedo: le mie ferie, seppur brevi dato che per il momento mi dovrò accontentare di 15 giorni, sono appena cominciate.

Finalmente l'ora è giunta!

19 luglio 2007

Fumi di mezza estate

Non temete gente, sono viva e vegeta, anche se estremamente provata dal terribile caldo di questi giorni!

Ad ogni respiro che espiro sento che un'altra piccola parte della mia massa cerebrale se ne va verso i pascoli celesti. Come ogni processore che si rispetti (anche se umanoide), con una temperatura troppo elevata e senza la presenza di un ventolozzo e di un dissipatore adeguato, tendo a perdere cognizione della mia esistenza e a sparare cavolate a manetta.
E sì che per avere delle speranze di sopravvivenza (seppur limitate), prima dell'arrivo del caldo torrido, ho spostato il mio piccì dalla veranda (detta anche il forno crematorio) alla mia cameretta.
Ogni tanto entra un pochino di arietta, anche se sembra essere appena uscita da un phon, ma c'è un grosso inconveniente che turba le mie serate: la presenza dei nuovi vicini dell'appartamento dell'ultimo piano del palazzo accanto a casa mia. Una coppia di ragazzetti appena sposati che non hanno alcuna idea delle regole della buona educazione. Ed ecco quindi che mi sento quasi un pesce nell'acquario quando si affacciano dal loro balcone (posto in altezza un piano sopra la finestra della mia camera) e si adagiano mollemente sulla ringhiera guardando insistentemente all'interno del mio rifugio estivo. Ho provato svariate tattiche per farli accorgere educatamente della loro maleducazione: dapprima ho tentato di ignorarli, poi mi sono messa a guardarli in modo prolungato mentre fissavano, ma niente da fare.
Allora ho tentato il sacrificio estremo, abbassando la tapparella vedendoli appollaiati fuori dalla finestra a osservare: dopo una ventina di minuti, in crisi respiratoria per il caldo e per la mancanza di ricircolo d'aria, ritiro su la tapparella...e dopo nemmeno 2 minuti si ripresentano più sfacciati di prima.

Giustamente poi una coppia di sposini è solita invitare amici a visitare la loro nuova casa. Ed infatti, essendo loro tamarri fino al midollo, invitano mandrie di mentecatti che si uniscono a loro sul balcone. Ultimamente tutto sta diventando molto più irritante, dato che a volte odo anche dei "PSSST" oppure degli "EHIIII" che tento di ignorare ma che mi fanno girare troppo le ovaie.

E come se non bastasse, il colpo di grazia è stato inferto martedì quando, nell'unico giorno di riposo preso prima di un tour infernale per la pubblicazione di un sito, sono stata svegliata alle 10 di mattino dalle canzoni sparate a tutto volume di Gigi D'Alessio.
Non ho nulla contro Gigi D'Alessio ma...se c'è un cantante che mi scatena conati di vomito e dissenteria è proprio lui.

Vedere e sentire questa coppia di suin...ehm...sposini mi fa girovagare la mente nelle distese incognite dei why e because della vita, spingendomi a chiedermi che ne sarà del futuro della nostra povera Italia quando le nuove generazioni rigettano ogni forma di rispetto verso gli altri. Il buon vecchio Locke diceva che "la mia libertà finisce dove inizia la tua" ma a quanto pare i prepotenti allargano senza pietà il loro territorio e pretendono che questa usurpazione sia innegabilmente corretta e giusta. Con quale arroganza si alterano ed urlano dietro alla signora ottantenne che abita sotto di loro quando questa le fa notare che, se devono fare dei lavori in casa, non dovrebbero utilizzare l'acqua in comune, prendendola con un lungo tubo di gomma dal giardino. E con quale strafottenza lavano il loro balcone facendo precipitare l'acqua zozza sopra le lenzuola della povera signora.
In quel mentre, conoscendo la coppia di vecchietti ormai da una vita, mi viene voglia di prendere un bazooka e sparare un bel razzo in casa loro, ma questo purtroppo non mi è consentito, come non pronuncio nemmeno un bell'insulto devastante nei loro confronti: purtroppo sono una persona educata e per me è importante anche il rispetto verso chi del rispetto non sa nemmeno la definizione.

Insomma, 'sti due mi hanno veramente scassato le ovaie e per giunta in un periodo dove sono facilmente irritabile perché non sopporto per un cavolo di niente questo dannatissimo caldo.
E ci si mettono pure queste fetentissime zanzare tigre, che fanno sembrare degli angioletti pure i temibili piranha. Oggi mia mamma è stata sbranata, stabilendo il record di una cinquantina di punture di zanzara in una ventina di minuti: io sono fuggita dal giardino dopo la quindicesima puntura e dopo aver ucciso sei insetti schifosi, pieni di sangue, sulla mia gamba sinistra.

Ok, sto delirando. Forse è meglio che vada a bere un bel po' di acqua gelida.

Alla prossima e abbiate fede: l'adorato inverno tornerà presto! (la speranza è sempre l'ultima a morire)

17 giugno 2007

Hisashiburi ne?

Ovvero: da quanto tempo non ci si vedeva!

Ebbene, sono stata rapita da mille e più impegni, tra i quali i malvagissimi esami.

Però in tutto questo periodo di grandi affaticamenti c'è una nota che definire positiva è poco!
In un giorno di straordinario tripudio e gioia estrema, sono riuscita ad aggiudicarmi per la modica cifra di 24 € + 10 € di spedizione davvero un pezzo di storia del manga in Italia.

Sto parlando della prima edizione, anno 1993, di Video Girl Ai, edito da Starcomics come prima serie per Neverland. Ebbene sì, sulla mia mensola riposa il primo numero di Neverland. Ebbene sì, sulla mia mensola riposa il capolavoro di Masakazu Katsura. Ed i volumetti mi guardano, nella loro perfezione (sono stata fortunatissima perché sembrano essere appena usciti dalla fumetteria)...

La storia è veramente meravigliosa e sto leggendo questo manga leggendario (uah! Che gioco di parole!) cercando di non aprire troppo la copertina per non scollare le pagine (sì Vicky, non ti preoccupare :P ).

Ok ok, mi sa che devo tornare a studiare altrimenti finisco col cappio al collo!

Comunque non preoccupatevi: per ora non sono stata completamente sconfitta :P

25 maggio 2007

Il water e l'HIV

Buonasera a tutti quanti!

Dovete sapere che ogni tanto controllo le keywords con le quali voi, miei adorati visitatori, giungete attraverso i motori di ricerca al Bestiario.

L'altro giorno sono rimasta piuttosto sbigottita nel constatare la presenza delle parole "tazza del water HIV".
Il senso di questa ricerca balza subito alla mente senza bisogno di analizzare per ore possibili interpretazioni: è possibile contrarre il virus dell'HIV attraverso il contatto con una tazza del water?

Non sapendo dare una risposta valida a questo quesito, ho deciso di contattare un medico mio conoscente per svelare l'arcano mistero.

Ovviamente, tenete ben presente che il Bestiario non è assolutamente un blog a carattere scientifico e quindi non prendete per oro colato tutto ciò che vi rivelerò, ma sappiate comunque che non sono andata a fare questa domanda al primo sprovveduto (quasi :P ).

Ebbene, data l'estrema debolezza del virus dell'HIV nelle condizioni ambientali, è estremamente, se non impossibile in circostanze reali, contrarlo attraverso il contatto con la tazza del water.

Per rimanere infettati, dovreste entrare in un bagno nel quale 30 secondi prima una persona affetta da HIV si è, per così dire, fisicamente soddisfatta da sola, lasciando il prodotto del suo fai da te proprio nel punto preciso dell'asse del water in cui posate la vostra chiappetta nuda con graffio sanguinante. E tutto ciò è altamente improbabile.

Il tempo di 30 secondi è molto approssimativo e sta ad indicare il lasso molto breve nel quale il virus può ancora considerarsi "attivo" e non schiattato. Comunque la spiegazione breve e circoncisa (onore ad Abatantuono :P ) riesce a dare un quadro abbastanza chiaro del contagio attraverso la tazza del water.

Ovvio che un trono non debitamente pulito, tutto tempestato di microbi e schifezze, è comunque coacervo di svariate malattie infettive e quindi, se proprio dovete sedervi, usate la sacra tecnica della carta igienica o dei fazzolettini di carta sopra la seduta.

E per puro scrupolo, quando vi liberate dei vostri pesi in bagni pubblici, non usate mai il primo pezzo di carta igienica che spunta dal porta rotolo, dato che può essere stato oggetto di manipolazione da parte del precedente utilizzatore. E non potete mai sapere che cosa cavolo ha fatto con quelle mani prima di toccare la soave carta igienica!

Eccoci dunque giunti all'agognata conclusione del "post progresso" del Bestiario: e che il water sia con voi!

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16 maggio 2007

La rinascita di Sparlanime!

Allegria amici del Bestiario!

Dopo anni di purgatorio nel dimenticatoio, finalmente riprende vita l'augusto blog di Sparlanime!

Cos'è? Beh, era un sitarello bloggoso inaugurato nel lontano 2003 dalla vostra beneamata Compiuta Donzella del 2000 e da un Pelato P2, per gli amici Piddue. In esso ogni tanto, con cadenza variabile direttamente proporzionale al tempo libero, sparavamo qualche considerazione o qualche cretinata su qualche anime (avrò fatto qualche ripetizione?).

Ora al nostro team di dementi part-time si è aggiunta anche la mitica guaritrice, la quale, essendo persona compassata e di indubbio spessore culturale, omaggerà il popolo degli internauti non con cretinate devastanti (come invece sono solita fare) ma con considerazioni critiche e rivelatrici. Insomma, sarà l'Oracolo di Sparlanime!

Comunque è interessante vedere come alcuni degli anime che in quei tempi erano sconosciuti in Italia, vedi Naruto, siano diventati di dominio pubblico: ovvero i bambini delle elementari durante l'intervallo giocano a massacrarsi di botte e a lanciarsi matite come se fossero coltelli. Altri invece sono tuttora un'incognita per il grande pubblico...e per certi titoli non posso fare a meno che dire "Meno male!".

Se per caso in un giorno o nell'altro non aveste un cavolo di niente da fare (ma anche se lo doveste avere :P ), inciampate pure in Sparlanime, ovviamente dopo essere passati a trovarmi qui nel Bestiario :P

Per oggi è tutto! Nei prossimi giorni ritroverete qui nel Bestiario un "post progresso" di carattere scientifico, ma anche scementifico: ok, sto creando un po' di suspence per l'ennesima cretinata, ma concedetemi almeno questo! ^__^ V

Andate in pace e bestialate per tutti! (hmmm...potrei anche usarlo come motto finale!)

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12 maggio 2007

La regina dei nippo-tamarri: KOTOKO!

Buonasera a tutti quanti!

Visto la lunga assenza di post, ritorno in grande stile col colpo di scema!

Ed ecco a voi, per la prima volta sulle pagine del Bestiario, la regina dei nippo-tamarri: KOTOKO! (deejavu del titolo!)

Chi non sa chi sia costei si cosparga il capo di cenere e per finire vada a stringere con forza e decisione la coda di una puzzola!
Ma per voi e solo per voi, poveri piccioli mortali, la Compiuta Donzella del 2000 fornirà qualche breve notiziola!

KOTOKO è una cantante ma anche cantautrice. E già sento le rotelline del cervello di qualcuno cigolare "E' la Carmen Consoli del Giappone?". No, direi proprio di no.

Truzza fin nel profondo del suo midollo, è nata il 19 Gennaio di un anno non precisato a Sapporo: ricordatevi che alle signore non si chiede mai l'età!

Si narra che fosse fissata e tamarra fin dalle elementari, tant'è che si è fatta tutte le audizioni possibili ed immaginabili fino a quando non riesce nel 2000 a sfondare...come cantante di sigle di giochi hentai, curati dai produttori I've Sound.

Questa donna, che truccata pare fichissima ma che in realtà deve essere una racchia stratosferica, ha inanellato una miriade di singoli e 5 album, ma al grande pubblico degli appassionati di anime è nota per essere stata la voce delle sigle di Kannazuki no Miko, Onegai Teacher, Starship Operators, Maria-sama ga Miteru, Shakugan no Shana ecc. ecc.

Ma passiamo alla canzone il cui video vi sto per proporre (con grande dispiacere di Vicky: tiè!)!
Si tratta di Re-Sublimity, utilizzata come opening dell'anime Kannazuki no Miko. E' veramente ma veramente tamarra ed il video non è da meno, con la mitica KOTOKO vestita completamente da rotoli di carta igienica!
L'ho scelta perché comunque la melodia è molto bella ma soprattutto perché mi piace un casino ballarla con lo Stepmania! Come al solito, trovere sotto il video il testo con relativa traduzione!

Buona visione a tutti e mi raccomando: niente incubi stanotte!





Re-sublimity (testo e traduzione prelevati dal sito www.animelyrics.com )

Haruka ni sotto yurameku urei Kattou no kioku ni ugokasare Mabuta ni zutto haritsuku shiroi zekkyou ni kogoeta

Shizumu tsuki no mayoi Sonzai wa tashikani Ima koko ni Matte iru no wa Namida nado mou nagasanai Tada dakiaeru shunkan

Ienai... Kikenai... Mienai... Maboroshi dake Toki no mukou kawa e to nagasarete Mayoigo ni naru Yurusenu negai Koe dake... Yubi dake... Chikazuku ondo dake... Todokanu omoi ga Chigirarete yokaze wo someru

Soko wa kitto mayakashi to guuzou datte ki ga tsuiteta Sore nanoni fukai zassou no naka Amai mi futto mi wo yudaneta

Noboru taiyou no mayoi Guuzen wa hisoka ni shikumareta Isso hitsuzen Me no mae ni ima sarasareta Fukaku ni yugamu kanjou

Nakenai... Kosenai... Wakaranai... Ketsumatsu nado Doko e yukoutomo Tada kimi dake wo mamoritakute Sakaratteiru Ima dake... Kako dake... Tsugunau mirai dake Sukueru no naraba Kare hatete kietemo ii to

Ienai... Kikenai... Mienai... Maboroshi dake Toki no mukou kawa e to nagasarete Moyoigo ni naru Yurusenu negai Koe dake... Yubi dake... Chikazuku ondo dake... Todokanu omoi ga Chigirarete yokaze wo someru Kare hatete kietemo ii to Kimi dake no hikari ni naru to

Traduzione

Moving the slowly unfolding, distressing troubles from afar that were in the past Strongly closing the eyelids, the white screams have frozen

The confusion of the setting moon Surely my existence is here now Waiting for me There's no more tears to cry When the moment comes when we embrace each other

Unspoken, unheard, unseen, just an illusion Flowing towards the other side of time, becoming like a lost child, an unforgiven wish Only voice, only fingers, only the approaching warmth Unspoken thoughts get tainted by the shredded night wind

I had realised that it was only a deception - an image, right there But even that, inside the deep bush my body longed for the sweet fruit inside

The confusion of the rising sun Coincidence plotted silently Rather necessary Now it has unfolded in front of me A feeling that fails to be shaken

Without tears, unbreached, incomprehensive, our ending and the like No matter where we will go you are the one who I betray, while wanting to protect Only inthe present, only in the past, only in the future I have to compensate for It’s better if I vanish and disappear, if it is to save you

Unspoken, unheard, unseen, just an illusion Flowing towards the other side of time, becoming like a lost child, an unforgiven wish Only voice, only fingers, only the approaching warmth Unspoken thoughts get tainted by the shredded night wind It’s better if I vanish and disappear So that I will be your sole light


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01 maggio 2007

I giorni passano...

Buona sera a tutti!

A partire da oggi siamo nel mese di maggio, giusto?
Bene! Oggi, primo maggio, festa dei lavoratori...è un giorno come un altro per me.

Come da titolo del post, i giorni della mia vita continuano a passare, uno dopo l'altro...

Adesso si sta per scatenare un bel temporalozzo, quindi mi sembra lecito lasciare vagare un po' la mente in libertà prima di riportarla nell'ovile (sì, ho una testa di pecora).

Ho un sacco di progetti di programmazione da portare avanti ma per adesso sto cercando di consolidare le mie basi teoriche. Infatti ho scovato un framework interessante, tale symfony, che, se padroneggiato in modo approfondito, mi potrebbe permettere di costruire un'applicazione web in pochi giorni. Eh già, sempre i giorni...
...infatti ogni giorno mi salta in testa un'idea nuova, commercialmente valida, da poter sfruttare per dare un salto di qualità alla mia vita. Peccato che io sia una persona fondamentalmente pigra, svogliata, accidiosa e chi più ne ha più ne metta.
Ecco quindi che mi ritrovo sempre impantanata in questo limbo creativo.

Se il giorno fosse di 40 ore probabilmente potrei dedicare più tempo a questi progetti...ma che sto dicendo? Al 99,9% sfrutterei quelle ore per fare tutt'altro. Che testa di rapa che sono...

Comunque!
Carissimi lettori/trici del Bestiario, come va? E' da un po' che non ci si sente! Non so quantificare il "po'" perché la mia memoria fa schifo e non ho la minima idea del giorno in cui ho scritto l'ultimo post. Ultimamente mi sono anche spaccata la testa nel tentare di configurare in modo soddisfacente quel fetentone di Apache 2 su Ubuntu. Essendo una figlia del DOS, lavorare in *nix non è molto frustrante in sé, ma lo sono i piccoli contrattempi nei quali incorro. Primi fra tutti i permessi. Attualmente so come cambiare permessi ed owner di una directory e di tutti i file in essa contenuti (chmod permesso -R nome cartella e chown -R utente cartella: sempre se mi ricordo bene), ma non ho ancora afferrato l'arcano mistero che mi consenta di creare un file con permessi uguali a quelli della cartella. Immaginatevi voi che casino è far girare Apache quando non si è esperti nel campo dei permessi.
E proprio il framework symfony sfrutta alla grande la creazione di file e directory per conto suo, che all'improvviso si ritrovano dei permessi e degli owner che non consentono la lettura di Apache.

Maledetti. -___-

Dal lato Winzozz almeno metto a posto la spunta nella scheda delle proprietà del file ed il gioco è fatto. Ok, per il resto fa schifo, ma almeno non perdo la pazienza all'inizio dello sviluppo, mandando a farsi benedire il mio istinto creativo.

Sto anche tentando di resuscitare il mio bonsai, una Zelkova che ha deciso di tirare le cuoia dopo un anno di fedele fogliame. Ha perso tutte le foglie. Il mio piccolo Bonchan non deve morire *T__T* Qualcuno lo salvi! *T__T*
Mio padre oggi gli ha tagliato un po' le radici, ha cambiato la terra e lo ha innaffiato abbondantemente. Speriamo si riprenda.

Ok, ho scritto una bella compilation di cavolate. Forse un giorno aprirò un bel blog di racconti rosa, in stile Harmony, così magari ci saranno più frequenti visitatori: il Bestiario purtroppo, o per fortuna, è una specie di proiezione della mia mente, senza un'impronta caratterizzante. Potete ben comprendere quello che ho scritto leggendo l'elenco delle categorie. Un'accozzaglia paurosa di temi. Ma vabbé, fra pochi giorni forse farò rinascere un altro mio vecchio blog dimenticato, realizzato insieme ad un altro fulminato mentale come me, facendo entrare in squadra anche un'anima affine.

Ma solo il passare dei giorni potrà constatare la realtà delle mie affermazioni. (che frase finale del cavolo)

23 aprile 2007

Kagrra - Satsuki

Buongiorno a tutti o gente che non ha di meglio da fare se non leggere le cretinate che ogni tanto scrivo!

Oggi, dopo 10 giorni di assenza, ritorno proponendovi una perla della musica giapponese: un mix tra melodie tradizionali e strumenti moderni, amalgamato perfettamente.

Vi sto parlando di Satsuki dei Kagrra, gruppo j-rock attualmente in voga in Giappone: composto da 5 elementi (il cantante Isshi, i chitarristi Akiya e Shin, il bassista Nao ed il batterista Izumi), la band è nata nel 1998 con il nome di Crow, ma si è imposta sulla scena musicale giapponese solo nel 2000, con il nome di Kagrra e con l'album di esordio "Nue".
Per ulteriori informazioni, vi rimando al loro spazio ufficiale su MySpace.

Ed ecco a voi la quinta traccia del loro album San!





Come al solito, vi lascio il testo in Giapponese e la sua corrispondente traduzione in inglese, questa volta presa dal sito VideoUncovered ed eseguita da un tal suisui:

Kagrra

Satsuki

shizuku shitataru, garasu no mukou wa
aa, haruka tooku, hitomi ni utsuranai
aa, furueteiru, kioku ni motarete

koe wa tada todokazu ni, sono te o suri nukete yuku
namida wa mada koborezu ni, anata o omou dake

kasumu yuuhi ni kowareta ano hi no kakera

koe wa tada todokazu ni, sono te o suri nukete yuku
namida wa mada koborezu ni, anata o sagashiteiru

aa, haruka tooku, watashi no kokoro ga
aa, furueteiru, kokoro ga naiteiru

koe wa tada todokazu ni, sono te o suri nukete yuku
namida wa mada koborezu ni, anata o sagashiteiru

koe wa tada todokazu ni...
namida wa mada koborezu ni...

Traduzione:

Beyond the mirror, drops are dripping
Haa! So far and distant, your pupil doesn't reflect me
Haa! Shaking, I plunge into the memories

My mere voice can not reach you, slipping through your hands
My tears hasn't yet fallen, as I only think of you

Hazing in the setting sun the day broke in splinters

My mere voice can not reach you, slipping through your hands
My tears hasn't yet fallen, as I'm still looking for you

Haa! So far and distant, my heart is...
Haa! Shaking, my heart is crying

My mere voice can not reach you, slipping through your hands
My tears hasn't yet fallen, as I'm still looking for you

My mere voice can not reach you...
My tears hasn't yet fallen...


Fatemi sapere cosa ne pensate!

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14 aprile 2007

Buon compleanno!

Cari lettori/trici,

è con viva gioia che la Compiuta Donzella del 2000, castellana di codesta roccaforte di facezie e di riflessioni bestiali quale è il Bestiario, augura oggi un buon compleanno alla carissima ed ormai non più giovanissima Compiuta Donzella del 2000.

Che poi sarei io in entrambi i casi.

E comunque, visto che fino a questo momento nessuno ancora ha cantato la solita canzoncina che si suole intonare ogni anno, gioco d'anticipo e me la dedico con un piglio storico!

Buon Compleanno Compiuta Donzella del 2000! (che poi sarei io)



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05 aprile 2007

Un mito dal passato: Rossetto Delicato!

Buonasera a tutti, amici e amiche del Bestiario!

Come avete potuto notare, ultimamente sto tenendo una media per me impressionante di un post al giorno: si vede che si sta avvicinando il ventiseiesimo compleanno della Compiuta Donzella del 2000 (che poi sarei io) :P

Sinceramente, per festeggiare questa ritrovata vena creativa, ero indecisa tra ben 3 video da proporvi: alla fine, proprio a causa dei pochi giorni al mio invecchiamento annuale, mi sono lanciata nelle rimembranze di un lontano passato che fu e che mi ricordo con piacevoli ricordi!

Chi di voi non ha mai sentito parlare dell'Incantevole Creamy, per i nippofili Creamy Mami, si cosparga il capo di cenere e lo infili dentro al frigorifero! Anime trasmesso in Italia negli ormai lontani anni '80, faceva parte del prolifico filone delle maghette e si poneva come top della gamma insieme alla celeberrima Magica Emi. La particolarità di questo anime consiste in un tripudio di bellissime canzoni, adattate in Italiano sull'originale base giapponese ed eseguite dalla ben nota Cristina D'Avena.

Con mia assoluta felicità, sono riuscita a scovare la versione completa di quella che secondo me era una delle canzone migliori di quel fantastico periodo dell'animazione in Italia: una vera magia intitolata Rossetto Delicato.
Lo so, il solo titolo non vi fa ritornare in mente neanche mezza nota, d'altra parte nel testo non viene citato manco una volta! Ma non vi preoccupate! Vi basterà ascoltare un secondo della melodia per esclamare con un impeto di gioia: "LA INDOVINO CON UUUUUUNAAAAAA!"

Ecco a voi l'occasione per fare un tuffo carpiato con coefficiente di difficoltà 3.4 nel passato!

Buona visione a tutti e buon proseguimento di nottata!






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04 aprile 2007

Afro Ninja: il mistero svelato

Salve a tutti o ridacchiosi lettori del Bestiario!

Su internet gira da un bel po' di tempo un video ormai diventato un cult della rete.
Per 15 secondi si assiste all'immane tragedia di un uomo, ma che dico uomo, una leggenda vivente.

Lui è...Afro Ninja!

Si narra che costui si recò in un mini-studio per sostenere un provino per un film di arti marziali.
Gran parte di voi avrà già visto il video milioni di volte, ma lo ripropongo, in prima visione sulle pagine del Bestiario, perché mai fotogrammi furono più azzeccati in un blog di demenze (ma non solo).
Preparatevi perché è tragicamente divertente:





Ora che vi siete ripresi, posso proseguire con la narrazione.
Per anni questi pochi kilobyte di puro divertimento sadico sono rimbalzati da un capo all'altro del mondo, facendo ridere milioni di persone. L'impavido Afro Ninja si è spaccato virtualmente il naso infinitamente volte (sicuramente una volta nella realtà), ma l'impatto ilare della scena è rimasto sempre immutato.
Ma di chi è quel volto inizialmente sprezzante, poi in evidente stato confusionale, che ha letteralmente conquistato il globo?

Questa domanda è rimasta senza risposta per tanto, troppo tempo.
Solo ultimamente (oggi) sono riuscita a svelare l'arcano mistero (mentre altri lo sapevano già dal 2004: perché devo essere sempre l'ultima a sapere le cose???).

Afro Ninja è il signor Mark Allen Hicks, stuntman presente in innumerevoli film ma anche attore in una puntata del telefilm Crossing Jordan.
Non ci credete?
Ebbene, guardate bene questa foto presente sul sito IMDB.com : la pettinatura afro non c'è più, ma chiaramente i lineamenti del volto sono quelli del nostro indomito eroe.

Delle semplici ma sincere parole mi sgorgano quindi dal cuore...
...grazie signor Hicks...grazie per l'immane figura di palta globale che ancora oggi la fa prendere in giro da milioni di persone...di nazionalità, di razza, di religione diversa, ma accomunate in un solo riso per il suo schianto al suolo.

Grazie Afro Ninja: rimarrai sempre il nostro super eroe preferito!

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03 aprile 2007

Ubuntu e NVIDIA

Buon pomeriggio a tutti adorati lettori/rici del Bestiario!

Questo post vuole essere una speranza di vita per chi possiede un Dell Dimension 9200, si ritrova ad installare Ubuntu sulla propria partizione ed inizia ad avere forti problemi di instabilità mentale a seguito del continuo ronzare a tutta velocità della ventola della scheda video.

Sappiate infatti che tale problema è da imputarsi esclusivamente ai driver della NVIDIA ivi installata (o meglio su questo maledetto carrozzone c'è quella). Dopo varie capate a destra e a manca, non tirate da me ma da un collega, visto che ho avuto la fortuna di installare Ubuntu dopo di lui, la verità immanente assolutamente certa è che installando gli ultimi driver per Linux presenti sul sito della NVIDIA il problema scomparirà magicamente.

Ma come fare?
Chi si accosta ad Ubuntu per la prima volta, dopo anni ed anni passati sulla piattaforma dalla finestra svolazzante, è sicuramente spaventato dalla schermata del terminale, che ricorda tanto il buon vecchio e affidabile DOS. Quindi cerca il più delle volte disperatamente di reperire un setup.exe che possa istantaneamente salvare l'universo con un doppio click del mouse.
Sappiate che questa distribuzione di Linux, pur essendo molto più user-friendly delle sue sorelle pinguinose, ha bisogno ancora di qualcuno che la sappia coccolare e vezzeggiare con un bel po' di comandi da terminale.

Ma non disperate!
La Compiuta Donzella del 2000, che poi sarei io, vuole risparmiarvi l'ingrato compito di impararvi a memoria il Manuale d'Amore Linuxiano, fornendovi ogni tanto dei suggerimenti per risolvere i problemi più comuni: ovviamente quelli che incontrerò io, visto che pure la sottoscritta è una niubba in questo campo! Pensate che quando sono andata all'Acquario di Genova mi è presa pure una mezza sincope alla vista dei pinguini: li facevo più alti, corposi e massicci, mentre invece non sono altro che delle galline bianche e nere. Che delusione...

Ma torniamo a bomba (quella calabra, una piccanteria unica) all'argomento del post: come fare ad installare gli ultimi driver NVIDIA?
Semplice!
Con scatto felino ed abile mossa dovrete recarvi nella sezione del sito della casa produttrice della scheda video dedicata al download dei driver per Linux. In breve dovete andare QUI.
Una volta giunti in quelle lande, vi toccherà scaricarvi un bel fileozzo, corrispondente all'architettura hardware del vostro pc: per le macchine comuni, vi basterà prendere l'ultima versione per Linux IA32.

Alla fine dello scaricamento, spostate il vostro file nella cartella home del vostro utente, segnatevi da qualche parte il nome del file e preparatevi a lanciarvi nel vuoto!
Infatti dovrete premere la combinazione di tasti CTRL+ALT+F1: questa mossa vi proietterà nella visualizzazione da terminale, quindi vi ritroverete a vivere in bianco e nero. :P
Ma non spaventatevi, perché come dei picchi impazziti inizierete a digitare sulla tastiera i seguenti comandi, che raggrupperò in fasi distinte:

1. Reperimento degli strumenti per l'installazione (ovvero i moduli dei quali avete bisogno per lanciare l'installer)

sudo apt-get install build-essential
sudo apt-get install linux-headers-$(uname -r)
sudo apt-get install xserver-xorg-dev

2. Uccisione dell'istanza grafica attiva (e che volete installare i driver della scheda video quando c'è un'interazione con essa? Giammai!)

sudo /etc/init.d/gdm stop

3. Esecuzione del file di installazione precedentemente scaricato (ovviamente dovete essere nella cartella dove c'è il file, ma mi sembra che lo spostamento nel terminale vi porti già nella home, dove precedentemente avete salvato il file)

sudo sh NOME_DEL_FILE_CHE_AVETE_SCARICATO

P.S.: per darvi un'idea il mio file si chiamava: NVIDIA-Linux-x86-1.0-9755-pkg1.run

Durante l'installazione vi si chiederà se volete scaricare o meno qualcosa dal sito della NVIDIA: dite di no, così penserà direttamente l'installer a compilare il necessario. Però fategli modificare direttamente il file xorg, così non ve lo dovrete fare a manina.

In ultimo, come suggerito su parecchi forum, dovrete disabilitare i driver video precedentemente installati da Ubuntu, che sono indicati da "nv"

Quindi modificate il file:

sudo nano /etc/default/linux-restricted-modules-common

cambiando la stringa ivi presente in:

DISABLED_MODULES="nv"

Una volta fatto tutto ciò, potete stare tranquilli: al prossimo avvio dell'interfaccia grafica vedrete il loghino della NVIDIA e la ventola si quieterà.

Per illuminarvi di immenso vi basterà quindi digitare il comando: starx

Buon Ubuntu silenzioso :P

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01 aprile 2007

Miao! Il gatto è servito!

Buona pomeriggio a voi, felini e canidi in forma umana!

Oggi farò una ben strana commistione: da una parte mi rovinerò la vita parlandovi di una delle specie di animali domestici più diffusa nel mondo, dall'altra vi proporrò una poesia dedicata da un noto poeta proprio all'animale con le vibrisse feline. E per finire un bel filmato per vedere bene in muso questa sinuosa palla di pelo.

Insomma, vi parlerò del gatto (neko in giapponese)!
Innanzitutto, lo sapevate che il micio ha un nome altisonante in latino (ovvero la sua denominazione scientifica), anche se è originario dell'Egitto? Egli è il Felis Silvestris Catus!
Ok, non ve ne poteva fregare di meno! Quindi passiamo con scatto felino ad analizzare le caratteristiche di questa miagolante macchina da caccia!
Infatti il suo corpo è ottimizzato per procacciarsi il cibo (carne carne ed ancora carne visto che è un carnivoro) in ogni condizione: tralasciando i ben conosciuti artigliozzi retrattili ed i dentini aguzzi, riesce a cacciare bene al buio grazie ad una vista particolarmente sviluppata e alle sue vibrisse (ovvero i baffi), che gli consentono di orientarsi e mantenersi in equilibrio. Inoltre con il suo udito riesce a distinguere una miriade di suoni diversi, anche se è un po' sordo ai toni bassi e ha un olfatto all'altezza di quello del suo rivale cane. E per finire non poteva non avere anche un gusto notevole (anche se non distingue una Sacher da un'aringa, visto che per lui dolce e salato sono la stessa cosa), con una lingua piena di papille piccole piccole che fungono da pettine per il pelo (che funge da copertina termica).
Insomma, per i piccoli animaletti non ci sarebbe scampo se non che...i gatti odierni vivono spaparanzati in casa, sbranano le loro scatolette (oppure il carpaccio fresco, come è solita nutrire il suo gatto la mia vicina di casa) e si stendono al calduccio a dormire. Al massimo vanno in giro a togliere la coda a qualche lucertola quando hanno la luna da predatore.

Il gatto è un animale profondamente bastardo approfittatore e biecamente utilitarista, al contrario del cane che è tanto fedele e pure tontolone: in gran parte dei casi, la convivenza con gli esseri umani è sopportata dal gatto solo in cambio di benefit, quali il cibo senza cacciare, coccole, caldo e chi più ne ha più ne metta. Questo perché è un animale fondamentalmente solitario e socialmente non gliene può fregare di meno dell'idea di capobranco: è lui il boss di se stesso!
Ma comunque può capitare che si possa affezionare alla sua famiglia umana, in linea con il detto "anche i duri hanno un cuore": ecco quindi che dorme di giorno e rimane sveglio di notte, per proteggere i suoi compagni umani durante il sonno; sfrega il suo muso contro la faccia delle persone per dimostrare amicizia e li lecca per dimostrare affetto, così come le mamme gatte fanno con i loro cuccioli; fa le fusa e tiene la coda dritta con solo la punta piegata per esprimere piacere per le coccole ricevute e strofina il suo collo contro le gambe del padrone per dire in realtà che è lui il padrone e quell'essere umano è suo e di nessun altro micio.
Insomma, diventa un vero e proprio tenerone!

Personalmente non ho mai avuto gatti, ma mi ricordo uno splendido tigrato rosso, di mia zia, ovviamente non di razza, che si chiamava Rambo: mai nome fu più indicato! Sprezzante della vita agiata, era un vero predatore: ad un certo punto erano spariti i topi da tutto il vicinato...per poi ritrovarli senza vita sullo zerbino di mia zia! Era solitario ma bonario con i bambini (ed io all'epoca non andavo ancora alle elementari): era tanto morbido e pacioccoso e aveva dei baffoni lunghissimi! Insomma, un figo di gatto! Adesso non c'è più, stroncato parecchi anni fa da una malattia al fegato: punizione divina per tutti i topi sterminati.

Ma suvvia, bando ai ricordi e alle spiegazioni e largo alla poesia!
Uno dei poeti maledetti si spupazza il suo gatto: leggendo i suoi versi immagino che molti di voi, se siete gattofili, rivivranno le stesse sensazioni (o quasi) provate da Carletto.
A voi la lettura!


Charles Baudelaire

Il gatto

Vieni, mio bel gatto, sul mio cuore innamorato;
trattieni le unghie della zampa,
e lasciami sprofondare nei tuoi begli occhi striati
di metallo e d'agata.
Quando le dita indugiano ad accarezzare
la tua testa e il dorso elastico
e la mano s'inebria del piacere di palpare
il tuo corpo elettrico,
vedo la mia donna in spirito. Il suo sguardo
come il tuo, amabile bestia,
profondo e freddo, taglia e fende come un dardo,
e, dai piedi fino alla testa,
un'aria sottile, un minaccioso profumo
circolano attorno al suo corpo bruno.


E per finire un bel video per capire chi si cela dietro a tutte queste parole che ho speso nell'odierno post: guardate con quale cattiveria, malvagità e felineria agiscono portando a termine i più efferati crimini! Dopo tutto il gatto nero era il famiglio, ovvero servitore, preferito dalle streghe, e questo filmato dimostra ampiamente il perché!

Buona visione ed arrivederci alla prossima, qualunque cosa voi siate!








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30 marzo 2007

E fatevi una risata!

Ci sono giorni in cui, per varie vicissitudini, il solo respirare tende ad essere un peso insopportabile ed in cui si cerca in ogni modo di trovare una luce gioiosa in mezzo ad una coltre oscura. Nonostante la ilare demenza che caratterizza questo blog, anche la Compiuta Donzella del 2000 (che poi sarei io) inciampa in questi sgambetti sulla via della vita: fortunatamente è circondata da persone meravigliose che evitano di farla capitombolare (e tra queste ovviamente in pole position c'è la Guaritrice).

Per chi invece non ha nessuno che voglia regalargli un sorriso, oggi proporrò un video comico, ironico ed anche molto demente, perfettamente nel mio stile.
E diciamo pure che forse è un video prettamente da Bestiario, data la folta presenza di animali e di bestialate. E' fatto molto bene, con una computer grafica curata ed una sceneggiatura divertente: il Bestiario sceglie solo il meglio del peggio!

Ed al di là delle scene dementi, ha in sè una morale verissima: nel 99% dei casi, tutti gli sforzi che fai per ottenere qualcosa verranno sfruttati da qualcun altro. Ecco perché bisognerebbe prima pensare a metodi per impedire interferenze: campi minati, contra-aerei, recinzione elettrificata, cecchini...







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26 marzo 2007

Conquest of Firenze

Uelà amici vicini e lontani!

La maggior parte di voi si starà chiedendo: ma questa demente tonante della Compiuta Donzella del 2000 (che poi sarei io) non doveva andare a Firenze?

Certo che sì! Ed infatti ci sono andata! Ovviamente conquistandola! ^__^ V

La "hulla del Rinascimento" è davvero una città fantastica e se si è un pochino sgamati si riesce anche a non spendere un patrimonio. Le premesse erano state caratterizzate da uno sgambetto della Sfiga, che bellamente mi aveva appioppato una meravigliosa sindrome influenzale pochi giorni prima della partenza.
Ma con costanza e molta forza di volontà, sono riuscita a rimettermi in un forma all'85% prima della partenza.

Il viaggio di andata, fatto su un Intercity Plus decrepito fuori ma decente all'interno, è stato tutto sommato accettabile: l'unico inconveniente è stato il trovarsi circondata da un trio di tedeschi sulla sessantina d'anni, caratterizzati da un puzzo di fogne di Calcutta devastante, che all'incirca alle 11 del mattino hanno tirato fuori bicchierini e fiaschetta di vino ed hanno cominciato ad avvinazzarsi allegramente. Per l'amor del Cielo, sono rimasti sulle loro, ma il tizio che si era seduto da parte a me poteva almeno evitare di russare peggio di una locomotiva a vapore per l'ultimo tratto del viaggio.

Comunque! L'arrivo a Firenze è stato benedetto da un piacevole clima primaverile (quello che attualmente ha deciso di prendersi una bella vacanza gettandoci ancora nel freddo e nel gelo): l'ora e mezza di attesa per l'arrivo della guaritrice è passato via tranquillamente in serenità. Ovviamente la Sfiga non voleva lasciarci alla nostra gita senza farci un ultimo regalo sfigoso: il treno della mia compagna di avventure è quindi arrivato con circa 35 minuti di ritardo (mentre il mio era arrivato perfettamente in orario se non in anticipo).

Vi racconto quindi in un mini riassunto lo scorrere delle piacevolissime ore trascorse nella città ove riposano Galilei, Alfieri, Michelangelo ed il Machiavellico Machiavelli, mentre mi sollazzo ascoltando il Chiaro di Luna di Debussy.
Tre giorni scarsi sono veramente pochi per vivere fino in fondo quell'infinito coacervo di storia ed arte che pervade il suolo fiorentino. Ad ogni angolo si poteva percepire il ricordo di un tempo che fu, di un'epoca di splendore culturale dove si viveva la vita nella sua completezza, senza lasciarsi travolgere da essa e dove si sferzavano le menti per raggiungere la scintilla creativa.

Il mio sparuto gruppo di conquista è comunque riuscito ad espugnare le roccaforti cardine della città: abbiamo travolto con indomito coraggio la Galleria dell'Accademia, ove ci siamo confrontati con il gigantesco e iperrealistico David di quel gran genio scellerato di Michelangelo; abbiamo messo a ferro e fuoco l'immenso dungeon degli Uffizi, anche se per un secondo abbiamo perso il nostro spirito combattivo di fronte all'immensità artistica dell'Allegoria della Primavera e della Nascita di Venere del Botticelli; abbiamo occupato con forza quella mutazione genetico-architettonica del Ponte Vecchio, svaligiando con gli occhi le oreficerie che brulicavano ai lati della strada (fisicamente sarebbe stato impossibile visto l'improbabile rapporto tra le nostre tasche ed i prezzi dei preziosi); abbiamo spazzato la resistenza in Piazza della Signoria e in Piazza Duomo, saccheggiando (stavolta fisicamente) la rinomata Pasticceria Scudieri, con le sue fantasmagoriche paste; e abbiamo definitivamente decretato la capitolazione dell'ex capitale d'Italia dominandola dall'alto di Piazzale Michelangiolo, grazie soprattutto all'indispensabile aiuto della cavalleria di Zio Gegè.

E non crediate che tutto ciò sia stato impresa facile!
Sbarravano infatti il nostro cammino le più feroci ed aggressive creature alle quali la malata mente umana potesse dare vita: orde di giapponesi si spostavano in ranghi compatti, trasudanti di delirio di onnipotenza e legati quasi spasmodicamente da uno stretto cordone ombelicale alla sventurata guida turistica che aveva il compito di dirigerli ed acculturarli. Soprattutto all'interno degli Uffizi i vostri eroi preferiti (altro che gli X-Men!) dovevano stare bene attenti a non essere investiti da diversi camion umani targati Nippon, i quali, dopo scatti da centometristi, rimanevano 10 secondi esatti ad osservare un dipinto per poi passare al successivo sgommando allegramente. Il tutto perché si devono visitare tutte le maggiori città italiane (Firenze, Roma, Bologna, Venezia, Milano, Napoli, ecc. ecc.) in 5 giorni esatti, prima di rientrare nella orientalissima terra del Sol Levante. Nel complesso, nelle zone a maggior afflusso turistico, ci sembrava di essere a Shinjuku (per chi non lo sapesse a Tokyo) nell'ora di punta.

Come una vera armata Brancaleone, abbiamo zampettato per chilometri e chilometri, con i piedi gonfi come due zampogne ed una carogna da duecento chili sulle spalle, ovvero la stanchezza derivante dalle interminabili code per entrare nei musei. Se poi aggiungiamo il fatto che la sottoscritta, dannatamente avara, si è rifiutata categoricamente di prendere un qualsivoglia bus, scatenando le ire della guaritrice, potete ben immaginare i dolori muscolari che ci attanagliavano le gambe ad ogni risveglio.

Ma cosa ci permetteva di ricaricarci in tutto questo gira e rigira? Il cibo!
Grazie ad un minuzioso briefing dei locali a buon mercato presenti entro le mura della città, in posizioni strategiche, siamo riusciti a mangiare come dei camionisti a prezzi irrisori.
E non ci siamo neanche fatti mancare una gustosissima fiorentina (a media cottura) ed un piatto di salsicce rosolate nel vino del Chianti, le foto dei quali piatti troverete in coda al post. E queste meravigliose leccornie sono state fornite dalla taverna Mammamia, dislocata in un angolo nascosto di Piazza Mercato Nuovo: davvero un posto che il mio stomaco è solito ricordare con piacevoli sensazioni.

Il tempo meteorologico è stato con noi veramente clemente: giorni di splendido sole, non troppo caldi e non troppo freddi, anche se di notte la colonnina di mercurio tendeva a calare più del previsto. Ma nessun problema, visto che l'economico ma perfetto hotel, in cui avevamo posto la nostra base operativa, aveva fornito il nostro lettino con un caldissimo piumone da assalto. Solo il giorno della partenza la città ha voluto dimostrarci tutto il suo dolore con un diluvio di proporzioni bibliche, che ha sferzato con vento devastante e pioggia a catinelle l'intera zona fiorentina.

Insomma, non posso che ricordare con vera gioia e felicità i giorni trascorsi nella città natale di Dante (dalla quale però è stato poi cacciato a calci), con tutti i momenti piacevoli e divertenti che hanno caratterizzato l'evolversi della conquista. Molto probabilmente in futuro ci ritornerò, sicuramente con il preparatissimo gruppo d'assalto, gustando con più calma il clima di serena vita che ivi si respira (insieme al puzzo di bisognini di cani & gatti nei vicoletti meno frequentati). Per adesso serberò nel mio cuore i meravigliosi ricordi che hanno segnato la mia permanenza!

Ora si cerca la prossima tappa del tour di conquista dell'Italia: arrendetevi adesso o raderemo al suolo la vostra città! BWABWABWABWA! (risata in stile Monkey Island)






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25 marzo 2007

Snappy, il piccolo coccodrillo

Buona sera a tutti, o voi fulminati/e mentali che vi soffermate sulle pagine del Bestiario!

Dato che ultimamente gli argomenti erano un po' troppo seriosi e mal si amalgamavano con la fantasmagorica grafica di questo dementissimo blog, sono lieta ed orgogliona di proporvi la hit del momento!

Avrebbe dovuto vincere lo scorso Festival di Sanremo, ma è stata scartata, pensando che fosse più politicamente corretta una canzone che descriveva la condizione dei "pazzi" che una canzone per i "matti". Ed ecco infatti che sul post di questa fredda sera di primavera (ammazza, 5°C e piove di brutto) compare per la prima volta un essere che sarà l'idolo indiscusso del popolo internettiano: lui è Snappy, il piccolo coccodrillo!

Il testo è impegnatissimo e tratta della vita sociale del piccolo coccodrillo Snappy, nato nel Nilo, il fiume egiziano palcoscenico di mille leggende: gli piace mordicchiare e mordicchiare e mordicchiare e mordicchiare.
Dovrete stare bene attenti a ciò che dice l'ormai ottantenne cantante che esegue questo pezzo fantasmagorico, visto che ogni tanto gli scappa la dentiera.

Vi auguro una buona serata, lasciandovi alle note di questa gioiosa melodia (attenti perché provoca assuefazione :P )






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22 marzo 2007

I'd Do Anything For Love...

Ora mettetevi comodi perché state per assistere al video di una canzone che è un trionfo di musica e poesia...

Non voglio darvi troppe informazioni: sappiate solo che ne rimanevo incantata quando da piccola la trasmettevano su MTV. Ed ancora oggi sono rapita da emozione pura quando la ascolto.
Gustatevela fino all'ultima nota, anche se dura quasi 8 minuti.

Lui è Meat Loaf (quando ancora era giovane) ed il video in questione è di I'd Do Anything For Love (But I Won't Do That)

Dedicata ad una persona speciale. Puh!






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21 marzo 2007

La ragione, l'ambizione, il lavoro e la morte

Buona sera a tutti miei piccoli Puffi, (oggi mi sento tanto Grande Puffo)

questa volta vi propinerò un post diverso dal solito, dove abbandonerò quasi del tutto ogni velleità comica e molto probabilmente mi attirerò le ire e gli insulti di alcune persone.
Ma non me ne frega poi tanto, dato che sento pressante il bisogno di esprimere ciò che penso in merito alla notizia più in voga di questo momento: il rapimento e la successiva liberazione del giornalista Mastrogiacomo.

Già ero rimasta sbigottita per il rapimento di Giuliana Sgrena in Iraq e la successiva evoluzione dell'episodio che noi tutti conosciamo, ma in questo ultimo caso il mio occhio critico non può che distorcersi in uno sguardo di schifo e disappunto per ciò che è successo.

Cercate di seguire il mio ragionamento, dalle premesse alle conclusioni, e alla fine esprimete liberamente qualsiasi cosa vi passi per la testa: se è qualcosa di non troppo offensivo o volgare, non sarà oggetto di censura (fino a questo momento non ho mai censurato nulla se non lo spam).

Ordunque, passo rapidamente ad illustrarvi il percorso mentale eseguito dal mio cervellino!
Sappiamo tutti che l'Afghanistan è un posto notevolmente pericoloso: è sull'orlo di una guerra civile, dove gli attentati sono all'ordine del giorno e le zone non pattugliate dalla polizia o dagli eserciti ivi presenti sono come minimo da evitare.
I Talebani, responsabili di gran parte degli atti terroristici nel paese, erano e sono tuttora famosi per la loro ferocia e per alcune sciagurate iniziative prese nel passato: da ricordarsi la demolizione con colpi di bazooka delle prime ed enormi statue del Buddha (patrimonio dell'umanità) e le lapidazioni pubbliche delle donne che osavano andare dal parrucchiere.
Ma non mi dilungo nel delineare il loro ritratto, visto che in Internet potete trovare molteplici fonti di informazioni che sicuramente sono molto più affidabili della sottoscritta.

Ad aggravare la situazione, negli ultimi tempi era stata segnalata una forte ripresa dell'attività dei Talebani, riorganizzatisi e molto più decisi a riconquistare il potere strappato loro dall'invasione della coalizione guidata dagli USA. Quindi livello molto alto di pericolo, evidenziato dall'allerta delle forze italiane presenti sul territorio, timorose di attentati nei loro confronti.

Ora, mi spiegate che cosa ha spinto un giornalista italiano ad addentrarsi in zone remote dell'Afghanistan, brulicanti di terroristi, senza alcun tipo di protezione?
E' stato detto che Mastrogiacomo stava proprio cercando i capi dei Talebani per intervistarli.

Informazioni preliminari:
- ai Talebani stanno dando la caccia da mesi, per stanarli e catturarli, vivi o morti
- sempre i Talebani a quanto pare stanno preparando attentati contro i soldati italiani perché vogliono il ritiro del contingente
- Mastrogiacomo è italiano
- i Talebani hanno dimostrato di essere particolarmente violenti, brutali e molto ma molto vogliosi di riavere il potere perduto

Perché, ma soprattutto PERCHE' rischiare la propria vita, quella dei propri accompagnatori e di fornire un'arma di ricatto a dei terroristi in modo da mettere in crisi il governo italiano in un momento così difficile per l'Italia, per realizzare un'intervista che chiaramente ha lo 0,000000001% di essere rilasciata ad un giornalista straniero?
Non mi si venga a dire che è partito all'arrembaggio perché si sente in dovere come giornalista di ascoltare tutte le campane ed offrire un'informazione corretta. Lo scoop, la notorietà ed i soldi derivanti dall'intervista? L'ambizione di essere riuscito a fare quello che gli altri non hanno fatto? Tutto ciò vale la propria vita e tutte le possibili implicazioni in un caso simile?
Io dico di no, Mastrogiacomo ha detto sì.

Conseguenze di questo gesto particolarmente irrazionale e incurante di ogni logica?
E' morto un uomo, Sayed Agha, prima soffocato con una sciarpa, poi gli hanno tagliato la gola ed infine lo hanno sgozzato e decapitato, come un animale: è stato costretto a lasciare un bambino e una moglie che, incinta, alla notizia si è sentita male ed ha perso un'altra piccola vita.
Sono stati liberati 5 capi dei Talebani: costoro si sono già detti pronti alla lotta ed esaltati di poter riprendere il loro posto di guida della guerriglia. Le loro azioni porteranno altri morti sia tra i soldati, tra cui anche i nostri poveracci inviati per mantenere l'ordine ma che probabilmente si ritroveranno in un orrido teatro di guerra, che tra la popolazione civile: vecchi, donne, bambini compresi.
Il precedente è stato creato. Rapire giornalisti, anche in zone prima sicure, diventerà una nuova "moda" tra i Talebani: in tal modo l'Afghanistan per gli addetti all'informazione sarà ancora più pericoloso di prima.

Vi riporto alcune dichiarazioni rilasciate da Mastrogiacomo e presenti in questo articolo de Il Sole 24 Ore:
"Se c'era una coperta, la davano a me", "se c'era una pagnotta da dividere, la dividevano con me"
Poverini, si sono comportati da gentiluomini, non gli hanno fatto mancare niente. Anche nelle ristrettezze, si sono adoperati per far star bene il loro ostaggio: che brave persone.

Mastrogiacomo ora è felice di essere tornato a casa: rilascia interviste a destra e a manca, racconta nei minimi particolari quello che è successo, ha potuto riabbracciare i suoi cari. I suoi familiari, il dolore dei quali probabilmente non ha preso in considerazione quando ha deciso di imbarcarsi nella sua impresa da armata Brancaleone.
Ma ha fatto la sua scelta: se le conseguenze di questo suo gesto fossero ricadute unicamente sul suo capoccione, non mi sarei indignata. Purtroppo non è stato così.

Perché non guarda negli occhi il bambino afghano che non potrà più riabbracciare suo padre e gli dice "Sai, tuo padre è morto perché mi ha accompagnato in un luogo pericolosissimo per intervistare coloro che non volevano essere intervistati ed ha fatto una morte orrenda, ucciso come un animale"?
Ho come l'impressione che quell'autista abbia deciso di portare Mastrogiacomo per fame e per soldi: per dare da mangiare la sua famiglia e per dar loro un futuro. Adesso le sue speranze non hanno più senso, sono svanite con lui.
E tutto ciò mi intristisce e mi fa rabbia vedere quest'uomo contento come una Pasqua quando le sue volontà hanno gettato nella disperazione altri. Per ora ha almeno una morte sulla sua coscienza e spero davvero che i terroristi liberati non appesantiscano il suo fardello.

E vi confesso che non ho gioito nel vederlo scendere dall'aereo, mentre festeggiava come Rocky Balboa in cima alle scale dopo l'allenamento.

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12 marzo 2007

La Fortuna è cieca ma la Sfiga ci vede benissimo

Il titolo di questo post, citazione da un grande filosofo dei nostri tempi (ovvero Lupo Alberto), è di una chiarezza devastante e porta in sé una delle verità più importanti dell'intera vita.

Ecco quindi che la famigerata Compiuta Donzella del 2000 (che poi sarei io) cercherà di scrivere un trattato esaustivo, corredato da esempi significativi, su questo tema. Insomma, sto per fare un'operazione equivalente alla scoperta dell'acqua calda, ma lasciatemi fare dal momento che ho qualche lineetta di febbre e probabilmente sono in vena di deliri.

E proprio da questa constatazione prende le mosse il mio discorso.
Sicuramente vi sarà capitato di organizzare per tempo un viaggio. Cominciate per prima cosa a cercare una destinazione che vi confà. Se volete visitare una ridente città italiana, prendete la mappa stradale dell'Italia, che deve necessariamente essere presente in ogni automobile onde evitare di rimanere senza carta nel momento del bisogno (o meglio dei bisognini), oppure vi recate in uno dei tanti siti presenti in rete dedicati a questo scopo ed iniziate a scegliere la vostra meta.
Dopo una rapida analisi dei nomi che saltano al vostro occhio, producendovi in una classica conta in stile figurine (ce l'ho, non ce l'ho), riuscite ad individuare la città vittima della vostra prossima scorribanda. Arrivati a questo punto, vi confrontate con i vostri compagni di sventura per trovare un periodo in cui non sono massacrati dal lavoro, soppressi dall'università o, nella migliore delle ipotesi, torturati da una fantomatica setta che si fa chiamare Neo Inquisizione.
Individuati i giorni adatti al saccheggio, vi spetta l'arduo compito di selezionare un umile giaciglio che offra il minimo delle comodità, quali un frigo bar, una jacuzzi, aria condizionata, pareti rivestite di velluto, lenzuola di seta, televisore 40 pollici a schermo piatto in camera, fontana con angioletti in marmo in bagno e per finire un water con il copri-tazza in oro massiccio.
E così, dopo aver ridimensionato le vostre aspettative, giunge il momento di pianificare il viaggio di andata e ritorno, cercando un modo sicuro per evitare gli agenti dello spionaggio che vi vogliono eliminare, per non farvi fare danni all'andata e per farvela pagare al ritorno.

Ora vi evidenzierò gli scogli sommersi, in cui ci si può incagliare durante la navigazione per la progettazione del viaggio, parlandovi della mia esperienza, fresca fresca di sfiga.

La metà del mio peregrinare è, per questa volta, la meravigliosa (di fama, visto che non ci sono ancora stata) città di Firenze. La scelta è stata frutto di una difficoltosa tavola rotonda, dove sono state prese in considerazione la posizione della città, le vie di comunicazione per raggiungerla, le bellezze artistiche, ma soprattutto la morfologia del territorio e le difese strategiche da scardinare per conquistarla.
Trovata la destinazione, la prima peripezia da affrontare è stata l'individuazione della libertà da impegni di tutti i partecipanti alla battaglia. E' dannatamente difficile trovare un periodo che possa tenere conto di tutte le oppressioni, più o meno malvagie, che gravano sulle spalle delle persone. Ma, con enorme fortuna, questa volta è andato tutto bene: i giorni ci sono e le previsioni danno anche un tempo meraviglioso. Inizio a nutrire qualche sospetto.
Il secondo crepaccio da oltrepassare è l'albergo. Non deve essere lussuoso ma nemmeno una topaia, in una buona posizione sia per raggiungerlo con i mezzi sia per usarlo come base per la conquista della città ma soprattutto...terribilmente economico. Ora, questa è un'impresa sicuramente ardua in circostanze normali ma lo è ancor di più se si pensa che la città in questione è Firenze...ma inaspettatamente l'albergo è stato trovato, molto carino, in posizione splendida e molto economico. E qui la puzza di bruciato si fa più intensa.
La terza spada di Damocle sul capoccione è l'organizzazione del viaggio: ore non impossibili, costo abbordabile e punto di arrivo ad una distanza percorribile a piedi dall'albergo. Difficile? Parecchio, ma alla fine anche questo è stato perfettamente deciso. Il senso di inquietudine aumenta a dismisura.

Il viaggio apparentemente perfetto è stato organizzato.
Se non fosse appunto che la Fortuna è cieca ma la Sfiga ci vede benissimo.
A poche ore della partenza mi ritrovo dolorante per un mal di gola devastante, con la febbre e l'impossibilità di prendere il magico antibiotico, visto che questa versione di patologia si può curare solo con anti-infiammatorio e con uno sciroppo che, udite udite, è stato finito dalla farmacia qualche minuto prima (e quindi la cura la inizio domani). Ovvero? Influenza. Altamente infettante, visto che l'ho presa da una persona che mi è stata a 5 metri di distanza ed ha respirato molto lontano da me (altrimenti sarebbe stata fulminata) per meno di un'ora. Due giorni di incubazione per farmi star male a ridosso della partenza e tanti saluti alla Fortuna che, ciecata com'è, probabilmente mi aveva prima elargito buoni eventi perché doveva darli a qualcun altro ma non ha visto bene e li ha dati a me. Meno male (eh, come no) che la Sfiga ci vede benissimo e, ricordandosi che anche questo anno sono in lizza per il premio "La Più Sfigata dell'Universo", ha voluto aggiustare la situazione atterrandomi con un colpo basso.

Se vedete la signora Sfiga in giro, spaccatele una gamba per conto mio.
Mannaggia alla pupattola, quanto la odio. -___-



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11 marzo 2007

La nascita dei panda

Avete mai sentito parlare di Joost?

E' possibile di no, visto che è un nuovo sistema, attualmente in beta testing, che in pratica vuol offrire ai provetti navigatori di Internet una specie di televisione on demand.
La Compiuta Donzella del 2000 (che poi sarei io) è entrata quasi subitaneamente nella schiera dei beta tester che stanno attualmente verificando la funzionalità e l'effettivo valore di questo programma.
Impressioni fino a questo momento? Figherrimo! Mi sono vista nientepopòdimenoche la prima puntata di Slayers (con doppiaggio inglese un po' tanto schifoso), un documentario sugli squali dormienti giganti delle acque dell'Africa orientale e...parte della prima puntata di un mitico documentario chiamato Panda Nursery!!!
E quest'ultimo è davvero un qualcosa di meraviglioso! Sono rimasta sbigottita ed impressionata dalle immagini che scorrevano fluide ed in definizione eccellente sul mio monitor (evviva Fastweb :P ).
Ed ora un breve riassunto su quanto ho visto e sentito (può sembrare incredibile ma ho capito perfettamente quello che diceva lo speaker in inglese).

Nella grande Cina c'è un'enorme riserva naturale dedicata alla conservazione di una delle specie più a rischio nel nostro pianeta, ovvero i panda. Da quanto ho sentito, attualmente sono in vita all'incirca mille esemplari, minacciati comunque dall'imbecillità degli esseri umani. Al centro di questa riserva vi è un complesso, piccolo ma efficiente, dedicato alla cura dei panda. I veterinari e ricercatori presenti in questo luogo si impegnano ogni giorno nel fornire assistenza medica sia ai panda selvaggi che a quelli nati in cattività. Ed in questo luogo ameno (anche se dall'aspetto un po' vecchiotto) è successo un piccolo miracolo: all'improvviso sullo schermo compare una pelosissima pandona in mezzo alla paglia, in un locale piuttosto ampio, che si rotola per terra.
Questa è l'eroina e protagonista del documentario. Non chiedetemi come si chiamava: la mia memoria fa notoriamente schifo e per me è impossibile ricordarmi un nome cinese sentito al massimo per due volte!
Comunque! La pandona, nata libera 11 anni fa, si stava rotolando per un motivo semplicissimo: dopo tre mesi di gravidanza, era in pieno travaglio, pronta a sfornare il suo piccolo pandino. Dopo due ore di rotolamenti, all'improvviso l'orsacchiottona bianca e nera si ferma, si mette seduta, inizia a leccarsi la panza e subito le parte un fiotto di liquido: si sono rotte le acque!
Dopo pochissimi altri rotolamenti ecco quindi che cade qualcosa dal suo retrotreno: il pandino!!!
Piccolissimo, tutto rosa, sembra più che altro un topo e si lamenta come un bimbo: la neo-mamma subito accorre nelle sue vicinanze e lo raccoglie tra le sue fauci (ammazza che denti!) e se lo piazza sopra al panzone peloso.
Dopo un paio di leccate al nascituro, entra un uomo nella stanza.
Costui si ferma un attimo...poi si avvicina alla pelosona con prole...e con gesto naturalissimo le scippa il figlio senza che la madre faccia niente!

Non posso che confessarvi che a questa visione mi è caduta la mascella. Dovete sapere che quando ero più giovane la gatta di mia zia era solita sfornare una quantità sovrafelina di micini (sì, era un po' una gatta dai facili costumi). Io, da brava bambina senza criterio, ero affascinata dai cucciolotti, ma non appena allungavo la manina...la gatta me la squartava senza pietà.
Qui invece ho visto un'orsa che se n'è bellamente fregata. Ma vabbé, esistono i caratteri anche tra gli animali!

Comunque il piccoletto è stato portato nella nursery del centro (da qui il titolo della serie) per essere accudito nel post parto.
Ma l'altra sorpresona è stato lo sfornamento, dopo diverse ore, di un gemello: due bei pandini senza pelo, senza orecchie, con gli occhi chiusi ed un codino da topo!
Secondo il veterinario, che si occupa di panda da 10 anni, per farli sopravvivere entrambi (la madre sceglie un solo piccolo da allevare), i cuccioli devono fare i turni con la madre: ovvero due giorni in nursery e due giorni con la genitrice. In questo modo hanno molte più probabilità di sopravvivere. E proprio per i rischi che corrono i piccoli, i veterinari si rifiutano di dare loro un nome se non dopo il sesto mese.

Però adesso basta! Vi ho spoilerato fin troppo!
Se dovessi vedere altre puntate del serial, vi farò sapere!

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