Ok, il titolo era una bruttissima battuta sul significato italiano del nome della famosa città che ha dato i natali a San Francesco e Santa Chiara.
E che mi sono premurata di visitare quando luglio volgeva a termine.
E già, 4 splendidi giorni immersa nella meravigliosa atmosfera medievale di questo borgo arroccato su una collina umbra, tra suore missionarie, frati, boy-scout ed un branco del popolo dei trolley.
Assisi è davvero tenuta bene dai suoi abitanti, pulita, curata e dannatamente in salita o in discesa: mai in questo luogo la relatività la fa da padrone!
Piccola nota di sbigottimento: tutti i ristoranti (tranne un risto-pub) magicamente dalle 22 in poi non accettano più clienti, anche se l'orario di chiusura segnato sul cartello esterno indica le 23. Con grande rabbia della guaritrice, la quale, spinta dai morsi della fame e dai rimasugli nello stomaco del piccolo panino del pranzo, stava per devastare i ristoratori a suon di mazzate per recuperare un po' di cibo.
Ma tutto sommato, una volta scoperta questa abitudine, il paese si lascia piacevolmente vivere.
Un solo grande spavento alle 23.30 circa, quando, svoltato un angolo, ci siamo trovate di fronte un gruppo di una ventina di suore e due frati, che scendevano silenziosamente da una stradina stretta e ripida: per qualche secondo ho temuto di essere capitata nel bel mezzo di una distorsione temporale, incrociata con un bel film dell'orrore, ma fortunatamente le suore erano veramente suore e quindi non mi hanno scannata.
Forse un dì vi narrerò qualche altro aneddoto o facezia riguardo questa mia visita (come i cremini fritti, la tomba di San Francesco ed i piccioni kamikaze), ma per ora mi congedo: le mie ferie, seppur brevi dato che per il momento mi dovrò accontentare di 15 giorni, sono appena cominciate.
Finalmente l'ora è giunta!
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