21 marzo 2007

La ragione, l'ambizione, il lavoro e la morte

Buona sera a tutti miei piccoli Puffi, (oggi mi sento tanto Grande Puffo)

questa volta vi propinerò un post diverso dal solito, dove abbandonerò quasi del tutto ogni velleità comica e molto probabilmente mi attirerò le ire e gli insulti di alcune persone.
Ma non me ne frega poi tanto, dato che sento pressante il bisogno di esprimere ciò che penso in merito alla notizia più in voga di questo momento: il rapimento e la successiva liberazione del giornalista Mastrogiacomo.

Già ero rimasta sbigottita per il rapimento di Giuliana Sgrena in Iraq e la successiva evoluzione dell'episodio che noi tutti conosciamo, ma in questo ultimo caso il mio occhio critico non può che distorcersi in uno sguardo di schifo e disappunto per ciò che è successo.

Cercate di seguire il mio ragionamento, dalle premesse alle conclusioni, e alla fine esprimete liberamente qualsiasi cosa vi passi per la testa: se è qualcosa di non troppo offensivo o volgare, non sarà oggetto di censura (fino a questo momento non ho mai censurato nulla se non lo spam).

Ordunque, passo rapidamente ad illustrarvi il percorso mentale eseguito dal mio cervellino!
Sappiamo tutti che l'Afghanistan è un posto notevolmente pericoloso: è sull'orlo di una guerra civile, dove gli attentati sono all'ordine del giorno e le zone non pattugliate dalla polizia o dagli eserciti ivi presenti sono come minimo da evitare.
I Talebani, responsabili di gran parte degli atti terroristici nel paese, erano e sono tuttora famosi per la loro ferocia e per alcune sciagurate iniziative prese nel passato: da ricordarsi la demolizione con colpi di bazooka delle prime ed enormi statue del Buddha (patrimonio dell'umanità) e le lapidazioni pubbliche delle donne che osavano andare dal parrucchiere.
Ma non mi dilungo nel delineare il loro ritratto, visto che in Internet potete trovare molteplici fonti di informazioni che sicuramente sono molto più affidabili della sottoscritta.

Ad aggravare la situazione, negli ultimi tempi era stata segnalata una forte ripresa dell'attività dei Talebani, riorganizzatisi e molto più decisi a riconquistare il potere strappato loro dall'invasione della coalizione guidata dagli USA. Quindi livello molto alto di pericolo, evidenziato dall'allerta delle forze italiane presenti sul territorio, timorose di attentati nei loro confronti.

Ora, mi spiegate che cosa ha spinto un giornalista italiano ad addentrarsi in zone remote dell'Afghanistan, brulicanti di terroristi, senza alcun tipo di protezione?
E' stato detto che Mastrogiacomo stava proprio cercando i capi dei Talebani per intervistarli.

Informazioni preliminari:
- ai Talebani stanno dando la caccia da mesi, per stanarli e catturarli, vivi o morti
- sempre i Talebani a quanto pare stanno preparando attentati contro i soldati italiani perché vogliono il ritiro del contingente
- Mastrogiacomo è italiano
- i Talebani hanno dimostrato di essere particolarmente violenti, brutali e molto ma molto vogliosi di riavere il potere perduto

Perché, ma soprattutto PERCHE' rischiare la propria vita, quella dei propri accompagnatori e di fornire un'arma di ricatto a dei terroristi in modo da mettere in crisi il governo italiano in un momento così difficile per l'Italia, per realizzare un'intervista che chiaramente ha lo 0,000000001% di essere rilasciata ad un giornalista straniero?
Non mi si venga a dire che è partito all'arrembaggio perché si sente in dovere come giornalista di ascoltare tutte le campane ed offrire un'informazione corretta. Lo scoop, la notorietà ed i soldi derivanti dall'intervista? L'ambizione di essere riuscito a fare quello che gli altri non hanno fatto? Tutto ciò vale la propria vita e tutte le possibili implicazioni in un caso simile?
Io dico di no, Mastrogiacomo ha detto sì.

Conseguenze di questo gesto particolarmente irrazionale e incurante di ogni logica?
E' morto un uomo, Sayed Agha, prima soffocato con una sciarpa, poi gli hanno tagliato la gola ed infine lo hanno sgozzato e decapitato, come un animale: è stato costretto a lasciare un bambino e una moglie che, incinta, alla notizia si è sentita male ed ha perso un'altra piccola vita.
Sono stati liberati 5 capi dei Talebani: costoro si sono già detti pronti alla lotta ed esaltati di poter riprendere il loro posto di guida della guerriglia. Le loro azioni porteranno altri morti sia tra i soldati, tra cui anche i nostri poveracci inviati per mantenere l'ordine ma che probabilmente si ritroveranno in un orrido teatro di guerra, che tra la popolazione civile: vecchi, donne, bambini compresi.
Il precedente è stato creato. Rapire giornalisti, anche in zone prima sicure, diventerà una nuova "moda" tra i Talebani: in tal modo l'Afghanistan per gli addetti all'informazione sarà ancora più pericoloso di prima.

Vi riporto alcune dichiarazioni rilasciate da Mastrogiacomo e presenti in questo articolo de Il Sole 24 Ore:
"Se c'era una coperta, la davano a me", "se c'era una pagnotta da dividere, la dividevano con me"
Poverini, si sono comportati da gentiluomini, non gli hanno fatto mancare niente. Anche nelle ristrettezze, si sono adoperati per far star bene il loro ostaggio: che brave persone.

Mastrogiacomo ora è felice di essere tornato a casa: rilascia interviste a destra e a manca, racconta nei minimi particolari quello che è successo, ha potuto riabbracciare i suoi cari. I suoi familiari, il dolore dei quali probabilmente non ha preso in considerazione quando ha deciso di imbarcarsi nella sua impresa da armata Brancaleone.
Ma ha fatto la sua scelta: se le conseguenze di questo suo gesto fossero ricadute unicamente sul suo capoccione, non mi sarei indignata. Purtroppo non è stato così.

Perché non guarda negli occhi il bambino afghano che non potrà più riabbracciare suo padre e gli dice "Sai, tuo padre è morto perché mi ha accompagnato in un luogo pericolosissimo per intervistare coloro che non volevano essere intervistati ed ha fatto una morte orrenda, ucciso come un animale"?
Ho come l'impressione che quell'autista abbia deciso di portare Mastrogiacomo per fame e per soldi: per dare da mangiare la sua famiglia e per dar loro un futuro. Adesso le sue speranze non hanno più senso, sono svanite con lui.
E tutto ciò mi intristisce e mi fa rabbia vedere quest'uomo contento come una Pasqua quando le sue volontà hanno gettato nella disperazione altri. Per ora ha almeno una morte sulla sua coscienza e spero davvero che i terroristi liberati non appesantiscano il suo fardello.

E vi confesso che non ho gioito nel vederlo scendere dall'aereo, mentre festeggiava come Rocky Balboa in cima alle scale dopo l'allenamento.

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