Buona pomeriggio a voi, felini e canidi in forma umana!
Oggi farò una ben strana commistione: da una parte mi rovinerò la vita parlandovi di una delle specie di animali domestici più diffusa nel mondo, dall'altra vi proporrò una poesia dedicata da un noto poeta proprio all'animale con le vibrisse feline. E per finire un bel filmato per vedere bene in muso questa sinuosa palla di pelo.
Insomma, vi parlerò del gatto (neko in giapponese)!
Innanzitutto, lo sapevate che il micio ha un nome altisonante in latino (ovvero la sua denominazione scientifica), anche se è originario dell'Egitto? Egli è il
Felis Silvestris Catus!
Ok, non ve ne poteva fregare di meno! Quindi passiamo con scatto felino ad analizzare le caratteristiche di questa miagolante macchina da caccia!
Infatti il suo corpo è ottimizzato per procacciarsi il cibo (carne carne ed ancora carne visto che è un carnivoro) in ogni condizione: tralasciando i ben conosciuti artigliozzi retrattili ed i dentini aguzzi, riesce a cacciare bene al buio grazie ad una vista particolarmente sviluppata e alle sue vibrisse (ovvero i baffi), che gli consentono di orientarsi e mantenersi in equilibrio. Inoltre con il suo udito riesce a distinguere una miriade di suoni diversi, anche se è un po' sordo ai toni bassi e ha un olfatto all'altezza di quello del suo rivale cane. E per finire non poteva non avere anche un gusto notevole (anche se non distingue una Sacher da un'aringa, visto che per lui dolce e salato sono la stessa cosa), con una lingua piena di papille piccole piccole che fungono da pettine per il pelo (che funge da copertina termica).
Insomma, per i piccoli animaletti non ci sarebbe scampo se non che...i gatti odierni vivono spaparanzati in casa, sbranano le loro scatolette (oppure il carpaccio fresco, come è solita nutrire il suo gatto la mia vicina di casa) e si stendono al calduccio a dormire. Al massimo vanno in giro a togliere la coda a qualche lucertola quando hanno la luna da predatore.
Il gatto è un animale profondamente bastardo approfittatore e biecamente utilitarista, al contrario del cane che è tanto fedele e pure tontolone: in gran parte dei casi, la convivenza con gli esseri umani è sopportata dal gatto solo in cambio di benefit, quali il cibo senza cacciare, coccole, caldo e chi più ne ha più ne metta. Questo perché è un animale fondamentalmente solitario e socialmente non gliene può fregare di meno dell'idea di capobranco: è lui il boss di se stesso!
Ma comunque può capitare che si possa affezionare alla sua famiglia umana, in linea con il detto "anche i duri hanno un cuore": ecco quindi che dorme di giorno e rimane sveglio di notte, per proteggere i suoi compagni umani durante il sonno; sfrega il suo muso contro la faccia delle persone per dimostrare amicizia e li lecca per dimostrare affetto, così come le mamme gatte fanno con i loro cuccioli; fa le fusa e tiene la coda dritta con solo la punta piegata per esprimere piacere per le coccole ricevute e strofina il suo collo contro le gambe del padrone per dire in realtà che è lui il padrone e quell'essere umano è suo e di nessun altro micio.
Insomma, diventa un vero e proprio tenerone!
Personalmente non ho mai avuto gatti, ma mi ricordo uno splendido tigrato rosso, di mia zia, ovviamente non di razza, che si chiamava Rambo: mai nome fu più indicato! Sprezzante della vita agiata, era un vero predatore: ad un certo punto erano spariti i topi da tutto il vicinato...per poi ritrovarli senza vita sullo zerbino di mia zia! Era solitario ma bonario con i bambini (ed io all'epoca non andavo ancora alle elementari): era tanto morbido e pacioccoso e aveva dei baffoni lunghissimi! Insomma, un figo di gatto! Adesso non c'è più, stroncato parecchi anni fa da una malattia al fegato: punizione divina per tutti i topi sterminati.
Ma suvvia, bando ai ricordi e alle spiegazioni e largo alla poesia!
Uno dei poeti maledetti si spupazza il suo gatto: leggendo i suoi versi immagino che molti di voi, se siete gattofili, rivivranno le stesse sensazioni (o quasi) provate da Carletto.
A voi la lettura!
Charles BaudelaireIl gattoVieni, mio bel gatto, sul mio cuore innamorato;
trattieni le unghie della zampa,
e lasciami sprofondare nei tuoi begli occhi striati
di metallo e d'agata.
Quando le dita indugiano ad accarezzare
la tua testa e il dorso elastico
e la mano s'inebria del piacere di palpare
il tuo corpo elettrico,
vedo la mia donna in spirito. Il suo sguardo
come il tuo, amabile bestia,
profondo e freddo, taglia e fende come un dardo,
e, dai piedi fino alla testa,
un'aria sottile, un minaccioso profumo
circolano attorno al suo corpo bruno.
E per finire un bel video per capire chi si cela dietro a tutte queste parole che ho speso nell'odierno post: guardate con quale cattiveria, malvagità e felineria agiscono portando a termine i più efferati crimini! Dopo tutto il gatto nero era il famiglio, ovvero servitore, preferito dalle streghe, e questo filmato dimostra ampiamente il perché!
Buona visione ed arrivederci alla prossima, qualunque cosa voi siate!
Categorie:
Animali |
Poesia