Ho letto con piglio critico l'articolo pubblicato sul sito del Corriere della Sera, e soprattutto i commenti allo stesso, riguardo le affermazioni dell'oncologo Veronesi circa l'amore omosessuale.
Ed una considerazione è sorta spontanea da tutto ciò: ma è mai possibile che ci debbano ancora essere delle contrapposizioni, o meglio dei veri e propri muri impenetrabili, sull'annosa questione dell'amore "più puro"?
Ovviamente, visto che mi piace dire la mia, si sparano solo vaccate (siamo pur sempre sul Bestiario, quindi posso permettermi di usare siffatto termine) senza accendere i neuroni presenti nella scatola cranica.
Da quello che ho capito Veronesi ha espresso pure lui un suo parere circa le affermazioni e le iniziative di due sindaci: il primo cittadino della città di Sulmona ha dichiarato che l'omosessualità è un' "aberrazione sessuale", mentre quello di Bologna ha chiesto una maggiore tutela delle coppie sposate.
E dal momento che la Compiuta Donzella del 2000 (che poi sarei io) non guarda in faccia a nessuno, mi permetto di dire che in questa situazione non c'è un vincitore.
Cominciamo con un ordine sparso:
- Sindaco di Sulmona: l'omosessualità può essere un'aberrazione derivata da cause psicologiche oppure da squilibri ormonali, ma in entrambi casi è da curare. Se non erro, è in corso un'indagine della magistratura perché tali affermazioni dovrebbero essere frutto di una manipolazione. Ma spendiamo comunque qualche byte in merito puntando al concetto espresso, visto comunque che sono opinioni condivise da parecchie persone.
Mi sono già espressa in merito alla concezione di naturalità/innaturalità riguardo ai rapporti amorosi ma richiamo per completezza un Donzella-pensiero: ma perché si deve sempre cercare di trovare un qualche motivo per identificare un lato sbagliato ed un lato giusto?
Il fatto che una persona si comporti in modo diverso dalla norma fa scattare il meccanismo della rivelazione dell'abnormità: è giudicato, dichiarato sbagliato e, nel migliore dei casi, tollerato o, nel peggiore, corretto (con le buone o con le cattive).
Eppure, per fare un paragone, si accetta il fatto che ci possano essere alcuni fiumi con una foce ad estuario ed altri con un delta. Perché questa affermazione, all'apparenza completamente fuori tema? voglio paragonare la vita di una persona ad un flusso infinitesimale dell'ultimo tratto del corso di un fiume. Nella foce ad estuario, l'acqua si getta nel mare "ordinatamente", quasi come un tubo, ben incanalata nel percorso "standard". Nella foce a delta, l'acqua si perde in mille rivoli e raggiunge disordinatamente il mare.
Si comincia a capire dove voglio arrivare, eh? Uno dei rivoli del delta può essere rappresentato dal percorso di vita scelto da una persona omosessuale, che devia dal flusso centrale del fiume, dettato dalla maggioranza della società, per perdersi come crede nel mare. Quindi quel rivolo è un'aberrazione del fiume e bisogna necessariamente riportarlo con argini verso il corso principale? Non ne sarei così tanto sicura.
- Sindaco di Bologna: tuteliamo di più le coppie sposate, avvantaggiandole per l'accesso al welfare comunale. Anche qui c'è stata una sorta di chiarificazione dopo il vespaio suscitato dalla dichiarazione. Una coppia sposata, e per sposarci spesso ci vuole anche un bel budget, ha una serie di diritti che le coppie di fatto non hanno: ovviamente non stilerò una lista perché questo non è il luogo adatto per farlo.
Ma soprattutto, per quale motivo bisognerebbe avvantaggiare due persone unite in matrimonio? Incentiviamo il "mah, in realtà non sono così sicuro di sposarti, però se lo faccio ho condizioni migliori" e vediamo crescere ogni giorno di più il numero di divorzi? Già l'idea di "famiglia" sta mutando con le mutevoli condizioni sociali, se poi le diamo il colpo di grazia dando al matrimonio una valenza di "interesse" lo snaturiamo completamente. In questo caso non ho volutamente parlato di omosessualità, visto che il focus è sulla categoria delle coppie di fatto in generale.
- Veronesi: l'amore omosessuale è più puro rispetto a quello eterosessuale perché questo ultimo ha come motivazione la procreazione. Sì e no. In una società come quella italiana la considerazione da fare è diversa. L'amore omosessuale è più "vero" rispetto a quello di una fetta (più o meno grande) dell'amore eterosessuale perché se un individuo sceglie di amare una persona dello stesso sesso si mette volontariamente in una situazione svantaggiosa (vedasi discorso precedente). La purezza semmai può essere intesa da un punto di vista prettamente, come dire, "istintivo": non è MAI presente l'istinto di conservazione della specie presente in natura, dove un essere vivente sceglie il partner più adatto per riprodursi. Ho sottolineato il mai e precedentemente ho parlato di "fetta più o meno grande": mi vengono in mente un uomo e una donna che si amano anche se non possono avere figli perché sterili, quelli che decidono di non abbandonare il proprio partner e di soffrire o persino morire con esso.
Evidentemente la biologia in questi casi cede il passo al sentimento, puro da quel punto di vista quanto quello omosessuale. Ciò non toglie che molte persone, oggi più che mai, si sposano o fingono di amarsi per convenienza, sia essa biologica, fisica, economica e chi più ne ha più ne metta.
La sintesi di tutto ciò è una serie di domande.
Non possiamo finalmente sentirci parte della medesima specie o almeno comunità?
Non possiamo accettare comportamenti diversi da quelli della maggioranza ma che non ledono gli altri individui?
Non possiamo evitare di categorizzarci e ghettizzarci in continuazione?
Eppure basterebbe così poco, basterebbe guardarci tutti negli occhi e capire che tutto ciò non ha senso e che noi tutti abbiamo una sola vita ed il miglior modo per proteggere la nostra comunità è quello di fare del nostro meglio per consentire a tutti di viverla serenamente ed in armonia.
Come una sinfonia in cui gli strumenti si intrecciano, si sovrappongono e si esaltano vicendevolmente.
Ovviamente, visto che mi piace dire la mia, si sparano solo vaccate (siamo pur sempre sul Bestiario, quindi posso permettermi di usare siffatto termine) senza accendere i neuroni presenti nella scatola cranica.
Da quello che ho capito Veronesi ha espresso pure lui un suo parere circa le affermazioni e le iniziative di due sindaci: il primo cittadino della città di Sulmona ha dichiarato che l'omosessualità è un' "aberrazione sessuale", mentre quello di Bologna ha chiesto una maggiore tutela delle coppie sposate.
E dal momento che la Compiuta Donzella del 2000 (che poi sarei io) non guarda in faccia a nessuno, mi permetto di dire che in questa situazione non c'è un vincitore.
Cominciamo con un ordine sparso:
- Sindaco di Sulmona: l'omosessualità può essere un'aberrazione derivata da cause psicologiche oppure da squilibri ormonali, ma in entrambi casi è da curare. Se non erro, è in corso un'indagine della magistratura perché tali affermazioni dovrebbero essere frutto di una manipolazione. Ma spendiamo comunque qualche byte in merito puntando al concetto espresso, visto comunque che sono opinioni condivise da parecchie persone.
Mi sono già espressa in merito alla concezione di naturalità/innaturalità riguardo ai rapporti amorosi ma richiamo per completezza un Donzella-pensiero: ma perché si deve sempre cercare di trovare un qualche motivo per identificare un lato sbagliato ed un lato giusto?
Il fatto che una persona si comporti in modo diverso dalla norma fa scattare il meccanismo della rivelazione dell'abnormità: è giudicato, dichiarato sbagliato e, nel migliore dei casi, tollerato o, nel peggiore, corretto (con le buone o con le cattive).
Eppure, per fare un paragone, si accetta il fatto che ci possano essere alcuni fiumi con una foce ad estuario ed altri con un delta. Perché questa affermazione, all'apparenza completamente fuori tema? voglio paragonare la vita di una persona ad un flusso infinitesimale dell'ultimo tratto del corso di un fiume. Nella foce ad estuario, l'acqua si getta nel mare "ordinatamente", quasi come un tubo, ben incanalata nel percorso "standard". Nella foce a delta, l'acqua si perde in mille rivoli e raggiunge disordinatamente il mare.
Si comincia a capire dove voglio arrivare, eh? Uno dei rivoli del delta può essere rappresentato dal percorso di vita scelto da una persona omosessuale, che devia dal flusso centrale del fiume, dettato dalla maggioranza della società, per perdersi come crede nel mare. Quindi quel rivolo è un'aberrazione del fiume e bisogna necessariamente riportarlo con argini verso il corso principale? Non ne sarei così tanto sicura.
- Sindaco di Bologna: tuteliamo di più le coppie sposate, avvantaggiandole per l'accesso al welfare comunale. Anche qui c'è stata una sorta di chiarificazione dopo il vespaio suscitato dalla dichiarazione. Una coppia sposata, e per sposarci spesso ci vuole anche un bel budget, ha una serie di diritti che le coppie di fatto non hanno: ovviamente non stilerò una lista perché questo non è il luogo adatto per farlo.
Ma soprattutto, per quale motivo bisognerebbe avvantaggiare due persone unite in matrimonio? Incentiviamo il "mah, in realtà non sono così sicuro di sposarti, però se lo faccio ho condizioni migliori" e vediamo crescere ogni giorno di più il numero di divorzi? Già l'idea di "famiglia" sta mutando con le mutevoli condizioni sociali, se poi le diamo il colpo di grazia dando al matrimonio una valenza di "interesse" lo snaturiamo completamente. In questo caso non ho volutamente parlato di omosessualità, visto che il focus è sulla categoria delle coppie di fatto in generale.
- Veronesi: l'amore omosessuale è più puro rispetto a quello eterosessuale perché questo ultimo ha come motivazione la procreazione. Sì e no. In una società come quella italiana la considerazione da fare è diversa. L'amore omosessuale è più "vero" rispetto a quello di una fetta (più o meno grande) dell'amore eterosessuale perché se un individuo sceglie di amare una persona dello stesso sesso si mette volontariamente in una situazione svantaggiosa (vedasi discorso precedente). La purezza semmai può essere intesa da un punto di vista prettamente, come dire, "istintivo": non è MAI presente l'istinto di conservazione della specie presente in natura, dove un essere vivente sceglie il partner più adatto per riprodursi. Ho sottolineato il mai e precedentemente ho parlato di "fetta più o meno grande": mi vengono in mente un uomo e una donna che si amano anche se non possono avere figli perché sterili, quelli che decidono di non abbandonare il proprio partner e di soffrire o persino morire con esso.
Evidentemente la biologia in questi casi cede il passo al sentimento, puro da quel punto di vista quanto quello omosessuale. Ciò non toglie che molte persone, oggi più che mai, si sposano o fingono di amarsi per convenienza, sia essa biologica, fisica, economica e chi più ne ha più ne metta.
La sintesi di tutto ciò è una serie di domande.
Non possiamo finalmente sentirci parte della medesima specie o almeno comunità?
Non possiamo accettare comportamenti diversi da quelli della maggioranza ma che non ledono gli altri individui?
Non possiamo evitare di categorizzarci e ghettizzarci in continuazione?
Eppure basterebbe così poco, basterebbe guardarci tutti negli occhi e capire che tutto ciò non ha senso e che noi tutti abbiamo una sola vita ed il miglior modo per proteggere la nostra comunità è quello di fare del nostro meglio per consentire a tutti di viverla serenamente ed in armonia.
Come una sinfonia in cui gli strumenti si intrecciano, si sovrappongono e si esaltano vicendevolmente.
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