11 marzo 2013

Una festa che non dovrebbe esserci

Care/i amiche/i del Bestiario,

venerdì scorso le piante di mimosa sono state per l'ennesima volta potate in onore del business legato ad una festa che, come recita il titolo, non dovrebbe esserci: la festa della donna.
Badate bene, non sono in disaccordo sul fatto che ci sia ma mi urta profondamente che ancora nel 2013 ce ne sia ancora bisogno.

Le ragioni storiche sul perché è stato individuato proprio l'8 marzo poco mi importano: quel che è davvero fondamentale ricordare è che si deve forzatamente dedicare un giorno ben preciso alla figura della donna per ricordare al mondo la sua importanza. Perché, diciamocelo fuori dai denti, molti uomini ormai si sono "abituati" all'idea della parità civile dei sessi, ma tanti altri sono arroccati su squallide posizioni maschilistiche degne di patriarcati obsoleti e reazionari. E la rabbia nel vedere la violenza che operano per rivendicare una superiorità ontologica sulla donna spesso mi causa un'acidità di stomaco notevole.

E quando madri, compagne, sorelle, amiche o semplicemente donne vengono barbaramente vessate, fisicamente e psicologicamente, molto spesso fino alla morte, c'è un atavico senso di giustizia che per un istante mi fa chiedere a gran voce l'applicazione dell'altrettanto vetusta legge del taglione.
Ma "occhio per occhio, dente per dente" non si può applicare, perché chi riesce a mantenere la calma di fronte alla crudeltà afferma giustamente che non si può rispondere alla violenza con la violenza.
Però chissà come se la caverebbero gli uomini in un mondo ipotetico ed utopico in cui i ruoli fossero diametralmente invertiti. Fa quasi sorridere pensare di vedere in un paese profondamente islamico un uomo celato da un burqa, oppure una famiglia dove è la moglie a "portare i pantaloni" e tratta con sufficienza il marito, che rimane un semplice collaboratore domestico.
Quest'ultimo caso ovviamente lo si può già trovare in talune società, ma immaginarlo su larga scala, a livello planetario, è al momento destabilizzante.

Forse magari si eviterebbero commenti inutili e squallidi sulla notizia circa l'omicidio di una donna da parte della sua compagna nel bresciano: sulle pagine virtuali di un quotidiano nazionale, alcuni utenti, probabilmente esseri non pienamente pensanti, si interrogavano ironicamente se in questo caso si può parlare di femminicidio o meno. Ironicamente perché per loro il femminicidio, in quanto atto di violenza estrema specificamente operata su donne, non ha senso di esistere nella sua distinzione da omicidio.
Purtroppo però per loro, che evidentemente guardano il mondo attraverso cortine fumogene, questa deviazione sociale esiste e miete troppe vittime ogni anno e non si può strumentalizzare un caso isolato di omicidio passionale in una coppia omosessuale per fare i superfighi.
Non avete la minima idea di quanto profondamente mi irritino questi intellettualoidi.

Ma non voglio dilungarmi troppo in questioni così delicate: il Bestiario vuole essere uno spazio libero ed in maggioranza frivolo, un piccolo angolo virtuale in cui indugiare durante una pausa della vita reale.
Ecco quindi che giungo con un balzo alla conclusione finale tornando all'inizio! 
La festa della donna non dovrebbe esistere perché ad ogni donna dovrebbe essere garantito il rispetto che merita, pari a quello degli altri uomini. Ma dato che ancor oggi non è così e che alle donne viene assegnato spesso un ruolo di comparse e non di coprotagoniste, l'8 marzo è tristemente necessario per il suo valore simbolico (ma non come evento commerciale).

3 commenti :

.TelA ha detto...

Qualcosa di quello che pensi e che hai scritto è dentro l'animo di tante persone.
Fai bene a scriverlo, a pensarlo, e a parlarne foss'anche solo al bar.
Condivido in pieno, direi, il lato commerciale dovrebbe offendere per primo, e le dimenticanze di altri trecentosessantaquattro giorni dovrebbero inorridire l'umanità intera.
A me non piacciono le feste comandate, si è inteso?

Compiuta Donzella del 2000 ha detto...

Si è inteso! Ma dopo tutto se una festa non è davvero sentita nel proprio cuore che festa è?

.TelA ha detto...

Appunto. La festa è nel cuore. Ed è giusto e bello esprimerla, diffonderla.
In fondo anche solo un sorrido ti migliora la giornata.
In questo caso, intendo, non dovrebbe essere datata.
(Come per far del bene non serve aspettare la fine di dicembre, per intenderci...)