16 novembre 2011

Cogitazioni filosofico-informatiche

Meravigliose creature virtuali che in questa ragnatela impalpabile atterrate per caso o volontariamente!

Ultimamente mi sento particolarmente mentalmente in forma e sto riscoprendo piano piano la mia vena letteraria, un po' a discapito però della mia solita verve analitica. Insomma, sto concedendo l'utilizzo del parco neuroni attivi (attualmente fermo a 2 elementi) più al dolce gioco verbale che al freddo calcolo razionale. Quindi beccatevi codesto altro post e non lamentatevi dello spreco di byte!

E' da un po' di giorni che rifletto sulla consistenza dell'universo informatico: in questo piccolo globo terracqueo non vi è nulla di più calzante al panta rhei di Eraclito (per la cronaca italiana "Tutto scorre") come lo stato dell'arte della scienza del codice binario. L'evoluzione continua ed inarrestabile dei linguaggi di programmazione, delle metodologie e soprattutto dell'architettura hardware costringono chi si cimenta nell'ambito informatico a continui aggiornamenti per non rimanere "fuori dal giro". E solo una vera passione ed un'inesauribile "voglia di fare bene" riescono a dare quella spinta necessaria ad impegnarsi in un infinito apprendimento.

Ma chi lavora in questo ambito sa perfettamente che dove dovrebbe esserci un turbinio inarrestabile di idee e di concetti, spesso c'è invece una roccaforte inamovibile di fondamenti talvolta clamorosamente obsoleti. E la spinta di chi vuole invece innovare si arresta su un invalicabile muro costrittivo.
Ovviamente una condizione necessaria, ma non sufficiente, per lanciarsi davvero nell'esplorazione di domini appena scoperti richiede una buona dose di coraggio, perché, come la saggezza popolare insegna, "chi lascia la via vecchia per quella nuova sa quello che lascia ma non sa quello che trova": e nel campo del business, dove fatturare in sicurezza è doveroso per garantire stabilità all'azienda, si preferisce stare al pelo della linea di galleggiamento dell'innovazione piuttosto che navigare a vele spiegate nel bel mezzo di una tempesta di novità sperimentali.

Fortunatamente, sembrerebbe comunque che, con il passare degli anni e con le linee guida dettate dal mercato, questa tendenza all'immobilismo stia lentamente regredendo, rimanendo così incapsulata solo in determinati ambiti. Dopo tutto, con un'offerta sempre maggiore di produzione di codice, la concorrenza si articola sia sul piano economico che su quello dei contenuti ma anche l'incredibile velocità di diffusione delle informazioni, di documentazione e di esperienze tramite Internet supporta gli sviluppatori.

Sta di fatto però che nella mia breve ma intensa vita di coding ho avuto la fortuna, ma talvolta la sfortuna, di incontrare sia individui affascinati dal progresso informatico che esseri contenti di trattare lo sviluppo come se fosse una meccanica operazione di copia/incolla di codice vecchio di anni.

Mi piace annoverarmi tra coloro che invece trovano soddisfazione nell'assemblare nuove combinazioni di istruzioni, tempo permettendo, per arrivare là dove nessuno è mai giunto prima: la sfida tra la mente umana ed il calcolatore per piegarlo alle sue necessità rappresenta un gioco troppo interessante ed avvincente per un'alzata di bandiera bianca alla prima difficoltà.

D'altra parte se il computer è un servo stupido, non vedo perché dobbiamo esserlo anche noi.

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