26 marzo 2007

Conquest of Firenze

Uelà amici vicini e lontani!

La maggior parte di voi si starà chiedendo: ma questa demente tonante della Compiuta Donzella del 2000 (che poi sarei io) non doveva andare a Firenze?

Certo che sì! Ed infatti ci sono andata! Ovviamente conquistandola! ^__^ V

La "hulla del Rinascimento" è davvero una città fantastica e se si è un pochino sgamati si riesce anche a non spendere un patrimonio. Le premesse erano state caratterizzate da uno sgambetto della Sfiga, che bellamente mi aveva appioppato una meravigliosa sindrome influenzale pochi giorni prima della partenza.
Ma con costanza e molta forza di volontà, sono riuscita a rimettermi in un forma all'85% prima della partenza.

Il viaggio di andata, fatto su un Intercity Plus decrepito fuori ma decente all'interno, è stato tutto sommato accettabile: l'unico inconveniente è stato il trovarsi circondata da un trio di tedeschi sulla sessantina d'anni, caratterizzati da un puzzo di fogne di Calcutta devastante, che all'incirca alle 11 del mattino hanno tirato fuori bicchierini e fiaschetta di vino ed hanno cominciato ad avvinazzarsi allegramente. Per l'amor del Cielo, sono rimasti sulle loro, ma il tizio che si era seduto da parte a me poteva almeno evitare di russare peggio di una locomotiva a vapore per l'ultimo tratto del viaggio.

Comunque! L'arrivo a Firenze è stato benedetto da un piacevole clima primaverile (quello che attualmente ha deciso di prendersi una bella vacanza gettandoci ancora nel freddo e nel gelo): l'ora e mezza di attesa per l'arrivo della guaritrice è passato via tranquillamente in serenità. Ovviamente la Sfiga non voleva lasciarci alla nostra gita senza farci un ultimo regalo sfigoso: il treno della mia compagna di avventure è quindi arrivato con circa 35 minuti di ritardo (mentre il mio era arrivato perfettamente in orario se non in anticipo).

Vi racconto quindi in un mini riassunto lo scorrere delle piacevolissime ore trascorse nella città ove riposano Galilei, Alfieri, Michelangelo ed il Machiavellico Machiavelli, mentre mi sollazzo ascoltando il Chiaro di Luna di Debussy.
Tre giorni scarsi sono veramente pochi per vivere fino in fondo quell'infinito coacervo di storia ed arte che pervade il suolo fiorentino. Ad ogni angolo si poteva percepire il ricordo di un tempo che fu, di un'epoca di splendore culturale dove si viveva la vita nella sua completezza, senza lasciarsi travolgere da essa e dove si sferzavano le menti per raggiungere la scintilla creativa.

Il mio sparuto gruppo di conquista è comunque riuscito ad espugnare le roccaforti cardine della città: abbiamo travolto con indomito coraggio la Galleria dell'Accademia, ove ci siamo confrontati con il gigantesco e iperrealistico David di quel gran genio scellerato di Michelangelo; abbiamo messo a ferro e fuoco l'immenso dungeon degli Uffizi, anche se per un secondo abbiamo perso il nostro spirito combattivo di fronte all'immensità artistica dell'Allegoria della Primavera e della Nascita di Venere del Botticelli; abbiamo occupato con forza quella mutazione genetico-architettonica del Ponte Vecchio, svaligiando con gli occhi le oreficerie che brulicavano ai lati della strada (fisicamente sarebbe stato impossibile visto l'improbabile rapporto tra le nostre tasche ed i prezzi dei preziosi); abbiamo spazzato la resistenza in Piazza della Signoria e in Piazza Duomo, saccheggiando (stavolta fisicamente) la rinomata Pasticceria Scudieri, con le sue fantasmagoriche paste; e abbiamo definitivamente decretato la capitolazione dell'ex capitale d'Italia dominandola dall'alto di Piazzale Michelangiolo, grazie soprattutto all'indispensabile aiuto della cavalleria di Zio Gegè.

E non crediate che tutto ciò sia stato impresa facile!
Sbarravano infatti il nostro cammino le più feroci ed aggressive creature alle quali la malata mente umana potesse dare vita: orde di giapponesi si spostavano in ranghi compatti, trasudanti di delirio di onnipotenza e legati quasi spasmodicamente da uno stretto cordone ombelicale alla sventurata guida turistica che aveva il compito di dirigerli ed acculturarli. Soprattutto all'interno degli Uffizi i vostri eroi preferiti (altro che gli X-Men!) dovevano stare bene attenti a non essere investiti da diversi camion umani targati Nippon, i quali, dopo scatti da centometristi, rimanevano 10 secondi esatti ad osservare un dipinto per poi passare al successivo sgommando allegramente. Il tutto perché si devono visitare tutte le maggiori città italiane (Firenze, Roma, Bologna, Venezia, Milano, Napoli, ecc. ecc.) in 5 giorni esatti, prima di rientrare nella orientalissima terra del Sol Levante. Nel complesso, nelle zone a maggior afflusso turistico, ci sembrava di essere a Shinjuku (per chi non lo sapesse a Tokyo) nell'ora di punta.

Come una vera armata Brancaleone, abbiamo zampettato per chilometri e chilometri, con i piedi gonfi come due zampogne ed una carogna da duecento chili sulle spalle, ovvero la stanchezza derivante dalle interminabili code per entrare nei musei. Se poi aggiungiamo il fatto che la sottoscritta, dannatamente avara, si è rifiutata categoricamente di prendere un qualsivoglia bus, scatenando le ire della guaritrice, potete ben immaginare i dolori muscolari che ci attanagliavano le gambe ad ogni risveglio.

Ma cosa ci permetteva di ricaricarci in tutto questo gira e rigira? Il cibo!
Grazie ad un minuzioso briefing dei locali a buon mercato presenti entro le mura della città, in posizioni strategiche, siamo riusciti a mangiare come dei camionisti a prezzi irrisori.
E non ci siamo neanche fatti mancare una gustosissima fiorentina (a media cottura) ed un piatto di salsicce rosolate nel vino del Chianti, le foto dei quali piatti troverete in coda al post. E queste meravigliose leccornie sono state fornite dalla taverna Mammamia, dislocata in un angolo nascosto di Piazza Mercato Nuovo: davvero un posto che il mio stomaco è solito ricordare con piacevoli sensazioni.

Il tempo meteorologico è stato con noi veramente clemente: giorni di splendido sole, non troppo caldi e non troppo freddi, anche se di notte la colonnina di mercurio tendeva a calare più del previsto. Ma nessun problema, visto che l'economico ma perfetto hotel, in cui avevamo posto la nostra base operativa, aveva fornito il nostro lettino con un caldissimo piumone da assalto. Solo il giorno della partenza la città ha voluto dimostrarci tutto il suo dolore con un diluvio di proporzioni bibliche, che ha sferzato con vento devastante e pioggia a catinelle l'intera zona fiorentina.

Insomma, non posso che ricordare con vera gioia e felicità i giorni trascorsi nella città natale di Dante (dalla quale però è stato poi cacciato a calci), con tutti i momenti piacevoli e divertenti che hanno caratterizzato l'evolversi della conquista. Molto probabilmente in futuro ci ritornerò, sicuramente con il preparatissimo gruppo d'assalto, gustando con più calma il clima di serena vita che ivi si respira (insieme al puzzo di bisognini di cani & gatti nei vicoletti meno frequentati). Per adesso serberò nel mio cuore i meravigliosi ricordi che hanno segnato la mia permanenza!

Ora si cerca la prossima tappa del tour di conquista dell'Italia: arrendetevi adesso o raderemo al suolo la vostra città! BWABWABWABWA! (risata in stile Monkey Island)






Categorie:

4 commenti :

Anonimo ha detto...

finalmente!! aspettavo con ansia questo post XD marò come vi indivio!! ci devo andare pure ioooooooooooo :°°° e sicuraente non mancherò nel visitare l'ambito mammamia :D baciu :*

Free925 ha detto...

aaaahhhh i fantastici bagni del mamma mia *___* la fiorentina *__*

la prossima volta che non si piglia il bus te le taglio le gambe -.-

Anonimo ha detto...

bagni? ¬¬; cioè voi state a firenze e restate impressionate dai bagni? ¬¬;

Free925 ha detto...

beh erano le uniche cose belle e socialmente utili, a parte gli hotel. Del resto se avessi potuto farci un pavimento con quel marmo la statua avrebbe avuto più valore per me :P